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Il caos Comunità montane in Calabria: nuova proroga per chiuderle

Il termine per la liquidazione slitta al prossimo 31 dicembre. La legge per la loro soppressione fu varata nel 2013

Nove anni non sono bastati per spedire in “archivio” le 20 Comunità montane calabresi. Un arco di tempo importante in cui sono state sì avviate le procedure di liquidazione, ma senza arrivare a una definizione del procedimento. La Regione adesso ci riprova, rinnovando l’incarico di commissario a Giacomo Giovinazzo. Il dirigente della Cittadella avrà tempo fino al prossimo 31 dicembre – così come previsto da una legge recentemente approvata in Consiglio regionale - per provare a chiudere una partita molto intricata. A metterlo nero su bianco è stato lo stesso Giovinazzo in una relazione consegnata nelle mani dell’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, e del governatore Roberto Occhiuto.
Nel documento sono elencate tutte le criticità riscontrate finora. A partire «dall’enorme contenzioso ereditato e ancora pendente che, in ragione delle limitate risorse disponibili, non è stato ancora possibile definire in via transattiva». E se da un lato rimane prioritaria la contabilizzazione dei debiti con l’Inps, dall’altro è centrale la valorizzazione dei beni rientranti nel patrimonio delle Comunità montane e non più utilizzati. «Questo consentirebbe - si legge ancora nella relazione - di ricavare risorse finanziarie da destinare ai pagamenti dei debiti e in primo luogo dei mutui, che sono garantiti per l’80 per cento da fondi assistiti da parte del Ministero, mentre per il restante 20 per cento risultano a carico degli Enti soppressi, per un ammontare complessivo di 200mila euro annui». In ogni caso, il lavoro da fare resta tanto.

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