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Anche a Locri adesso le vittime denunciano e fioccano le condanne

Processo “Riscatto-Mille e una notte”

«La peculiarità di tale procedimento consiste nel fatto che, diversamente dagli altri giudizi di medesima natura, le principali risultanze istruttorie provengono non tanto dal dato intercettivo, comunque, di indubbia rilevanza, ma soprattutto dalle testimonianze rese dalle stesse vittime dei vari delitti». A scriverlo sono i giudici del Tribunale di Locri nelle motivazioni della sentenza del troncone in ordinario del processo nato dall’inchiesta “Riscatto-Mille e una notte”, che si è concluso con 9 condanne, per complessivi 141 anni e 4 mesi di reclusione, e 7 assoluzioni.
I giudici del collegio penale, (presidente Accurso, consiglieri Foti e Casciola), hanno sostanzialmente accolto l’ipotesi investigativa che si fonda sugli esiti delle informative dei Carabinieri e della Guardia di Finanza di Locri, coordinati dalla Dda reggina. Le indagini hanno portato a individuare una serie di delitti commessi, in particolare, a Locri negli anni con riferimento alla presenza e pervasività di consorterie della ’ndrangheta sul territorio sia taglieggiando degli imprenditori e commercianti, sia operando un regime monopolistico all’interno del cimitero cittadino.

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