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A Crotone e Catanzaro aste fallimentari pilotate, usura e truffe con la complicità dei clan

Ventidue a giudizio. La decisione del Gup al procedimento scaturito dall’inchiesta “Turos”

Tutti a processo. Ieri il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Catanzaro, Antonio Battaglia, ha rinviato a giudizio i 22 imputati che non hanno optato per un rito alternativo, nell’ambito del procedimento scaturito dall’inchiesta “Turos” della Procura antimafia di Catanzaro.
Per loro il dibattimento inizierà il 7 luglio davanti al Tribunale di Crotone. Con l’operazione scattata lo scorso 27 ottobre con l’esecuzione di 5 arresti, i finanzieri del Comando provinciale di Crotone hanno smantellato una presunta rete di “strozzini” ritenuta contigua alla cosca Grande Aracri di Cutro. Come riscontro a queste accuse gli inquirenti hanno messo in rilievo per esempio «la vicinanza» di Giuseppe Turrà (accusato di usura ed estorsione) «a personaggi dallo spessore criminale non di poco conto», oltre che per la presenza di «soggetti contigui alla consorteria cutrese». Allo stesso tempo, gli investigatori hanno svelato l’esistenza di un’attività fraudolenta di erogazione del credito tra le province di Crotone e Catanzaro, con i debitori che, durante gli anni 2017-2019, sarebbero stati vessati dai loro “aguzzini” ogni volta che ritardavano la restituzione del denaro avuto in prestito. Inoltre, le indagini hanno pure portato a scoprire un’ipotizzata truffa ai danni del Gestore dei servizi energetici in seguito all’installazione, considerata illegittima dagli investigatori, di pale eoliche a Crotone, in località San Biagio, per mano della società “Leaf srl”, grazie ad un’autorizzazione, valutata irregolare, concessa nel 2017 dal Comune capoluogo.

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