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I nodi dell’Alta velocità in Calabria: tracciato e tempi ancora non convincono

Il prof universitario Russo: «Cittadini svantaggiati». Oliverio critico sul progetto

Sull’Alta Velocità in Calabria il dibattito appare fermo, immobile, mai partito. Così, per provare a dare una scossa ad un tema le cui ricadute sociali ed economiche sono enormi, la sezione catanzarese del Touring Club Italiano ha promosso, con la partecipazione della Camera di Commercio di Catanzaro, un incontro ad hoc alla presenza di Francesco Russo, docente di Ingegneria dei Trasporti dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria e già assessore regionale della Giunta Oliverio. Al suo fianco, Felice Foresta, console del Tci di Catanzaro, Daniele Rossi, commissario straordinario della Camera di Commercio di Catanzaro, Bruno Calvetta, segretario generale dell’Ente, e Vincenzo Foti, giornalista e scrittore.

Il punto di partenza del dibattito è l’avvio dei lavori per l’Alta Velocità sul tratto Battipaglia-Romagnano, questione che fa emergere immediatamente una domanda: perché si sceglie di avviare i lavori in un tratto verso Est, quindi in direzione Potenza e Taranto, quando si parla invece dell’Alta Velocità che dovrebbe finalmente servire la Calabria?

Proprio a questo quesito ha provato a rispondere Mario Oliverio: l’ex governatore, presente in platea, ha preso la parola per stigmatizzare come appaia evidente un disegno politico volto a «chiudere un cerchio dell’Alta Velocità lasciando fuori la Calabria e la Sicilia, lasciando a queste due regioni la sola possibilità di un adeguamento dell’attuale linea ferroviaria».

Il tema di fondo è quindi proprio la mancanza di interlocuzione politica sulla strategia per la definizione di una vera Alta Velocità che colleghi, «in tre ore», ha spiegato Russo, Reggio Calabria a Roma. Per questo fine, infatti, siamo ancora alla fase di studio per la quale, per altro, sono stati stanziati ben 40 milioni di euro. La soluzione fornita da Rfi, però, appare la meno conveniente di tutte: con un nuovo tracciato definito “a doppia S” non solo non si raggiungerebbero le 3 ore, ma aumenterebbero sensibilmente i tempi di percorrenza, svantaggiando tutti i viaggiatori.

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