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Enti locali sciolti per mafia, nessuno come la Calabria

I dati forniti dal dossier di Avviso pubblico

Il Municipio di Guardavalle

La Calabria è la regione che ha subito il maggior numero di scioglimenti di enti locali per infiltrazioni della criminalità organizzata: in trent'anni sono stati 127. Il dato emerge dal report di Avviso pubblico che quest'anno ha preso il titolo di un celebre film “Le mani sulla città”. La Calabria detiene il numero anche delle pubbliche amministrazioni sciolte più volte, ben 28 dal 1991 (anno di approvazione della legge sugli scioglimenti) a oggi. Anche il 2021 ha confermato il trend. Emerge dal report come per il quindicesimo anno consecutivo, anche se nel 2021 con una percentuale del 28,6% in coabitazione con altre due regioni, la Calabria è la regione «che ha fatto registrare il più alto numero di scioglimenti».
Sono 4 i Comuni sciolti, in particolare: Guardavalle, Nocera Terinese, Simeri Crichi e Rosarno. Avviso pubblico ha analizzato anche i contenuti dei decreti di scioglimento e delle relazioni prefettizie. Nella quasi totalità dei casi l’accesso nell'ente sarebbe avvenuto sulla base di quanto emerso durante indagini della magistratura. «Fa parziale eccezione a questo schema – si specifica nel dossier - lo scioglimento del Comune di Guardavalle» dove l’accesso prefettizio è stato disposto «in seguito ad un servizio giornalistico di una nota trasmissione televisiva». Il riferimento è alla statua del patrono del paese che era posta davanti al municipio e donata dalla famiglia Gallace. Nella relazione si citano poi «almeno nove casi in cui le relazioni fanno riferimento a vicende di inquinamento elettorale diretto agli esponenti prescelti» o «specularmente, con appoggi bipartisan» com’è il caso dello scioglimento di Nocera Terinese. La criminalità stipula accordi soprattutto nella fase pre-elettorale che diventano «poi oggetto di puntuale attuazione una volta avvenuta l’elezione», come raccontato nell’inchiesta “Faust” della Dda di Reggio Calabria, dalla quale si è arrivati al terzo scioglimento per mafia del Comune di Rosarno. La relazione si occupa anche di verificare il ruolo avuto dagli amministratori locali e dai dipendenti negli scioglimenti. Tra le motivazioni vengono indicate «scelte amministrative inquinate dalle organizzazioni criminali, parentele o frequentazioni con soggetti controindicati».

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