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Aeroporti calabresi in crisi, 152 dipendenti ancora in cigs

I vertici Sacal hanno illustrato alle organizzazioni il piano che conferma la contrazione delle attività

La pista dell'aeroporto di Reggio Calabria

Nessuna ripresa del traffico, orizzonti ancora incerti, il Covid-19 che pesa ancora parecchio e il sistema aeroportuale calabrese continua ad arrancare. Per questo la Sacal, sulla quale ancora pende la verifica di Enac dopo i meccanismi che avevano portato alla privatizzazione della società poi rimescolata in corsa dalla Regione, ha deciso di proseguire ancora con la cassa integrazione per 152 dipendenti in tutti gli aeroporti: Lamezia, Crotone e Reggio.

Nei giorni scorsi è stato siglato il primo passo del percorso con le organizzazioni sindacali che si concluderà poi il 2 febbraio dal momento che la Regione ha convocato tutte le parti dopo la richiesta di Confindustria Catanzaro. La Sacal ha spiegato che «negli ultimi due anni il settore del trasporto aereo ha pesantemente registrato in tutto il mondo ed anche in Italia un notevole crollo dei transiti di passeggeri e di arrivi e partenze di aeromobili dei passeggeri a causa della pandemia da Covid19” e che “sin dall'aprile 2020, per far fronte alla improvvisa crisi provocata dal Covid19, la società ha dovuto fare ricorso agli ammortizzatori sociali, attivati come Cassa integrazione a zero ore a rotazione con pagamento diretto a carico dell'Inps per tutta la propria forza lavoro».

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