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Gestione Covid in Calabria, ordinanze “viziate”. Un decreto per superare le anomalie

Occhiuto si è espresso in qualità di commissario ad acta per la sanità. Le nomine di Belcastro e Varone segnate “da profili di incompetenza”. Il potere di designazione non è assegnato al presidente della Regione

Il presidente della Regione non può adottare ordinanze sui delegati per l’emergenza Covid. Quelle firmate nei mesi scorsi sono «viziate», atti, «pregiudicativi della legittimità di ogni prosieguo». Il primo decreto del 2022, vergato dal commissario per la sanità Roberto Occhiuto e dal sub Ernesto Esposito, è finalizzato a ripristinare il rispetto della Costituzione e delle leggi. Il provvedimento sana gli errori indotti dalla mancata chiarezza che ha governato i rapporti tra il governo, il commissario straordinario per l’emergenza Covid e la Regione. Quest’ultima “fiaccata” dalla permanenza di un presidente ad interim e da commissari ad acta che hanno palesato una serie di deficit nella loro attività.
Si prova, dunque, a fare chiarezza tra ciò che deve fare la Regione è ciò che tocca al commissario ad acta. Le ordinanze cui si fa riferimento nel Dca sono quelle servite a individuare i delegati alla gestione della crisi (Fortunato Varone e Antonio Belcastro), mentre con la terza è stato ordinato il completamento delle assunzioni autorizzate e con la quarta è stato confermato nella carica di delegato Fortunato Varone.
I provvedimenti, si legge nel Dca, «sono stati adottati, mantenuti e confermati in disarmonia con le normative di riferimento, generale e specifico, che imponevano il ricorso alla decretazione commissariale ad acta e non già al potere ordinamentale di cui al comma 3, dell’art. 32 della legge n. 833/78».

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