Calabria

Venerdì 03 Maggio 2024

Precariato in Calabria, un “arcipelago” di vertenze sul tavolo del governatore

Da oltre un decennio, nell’intera regione esiste un arcipelago di uomini e donne legate da un stesso, identico tratto distintivo, la precarietà. Una precarietà lavorativa, che si riversa travolgente anche sotto l’aspetto esistenziale, che aspetta, o meglio sogna da tempo di arrivare alla tanto agognata stabilizzazione. Si parla di migliaia di persone, declinate ed identificate nelle tante sigle e numeri di leggi regionali, ormai istituzionalizzate e storicizzate nella precarietà, che proprio dal governo di questa regione aspettano una risposta. Uomini e donne che, di rinnovo in rinnovo, da molti anni, ormai, portano avanti una vertenza perenne per vedersi riconosciuta la contrattualizzazione, magari proprio presso quegli enti che li ha in utilizzo, e presso i quali la loro presenza è decisamente indispensabile. Sono, ad esempio, i 74 lavoratori della legge 15/2008 di Vibo, assunti con un contratto a tempo determinato con Azienda Calabria Lavoro, incerti del loro futuro occupazionale dal 1 gennaio 2022. Ci sono poi gli oltre 600 lavoratori a sussidio sempre afferenti alla legge regionale 15/2008 che prestano la loro attività presso gli enti locali calabresi, per i quali si era pure giunti ad un preciso accordo circa la loro stabilizzazione utilizzando i benefici della Legge Regionale 29/2019, facendo quindi sì che un sussidio si trasformi in un contratto di lavoro vero e proprio. E ancora i circa 200 lavoratori delle leggi regionali 31/2016 e 40/2014, da sommarsi ai 200 lavoratori della legge 12, precari che per anni hanno lavorato presso la Regione Calabria, la cui procedura di reclutamento e contrattualizzazione si è interrotta 5 anni. Più che numeri, persone, per le quali da subito il governo regionale è chiamato ad affrontare la questione, e cercare una soluzione tempestiva, quanto definitiva. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria

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