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Salerno-Reggio Calabria: il tracciato dell’Alta velocità divide. Dubbi sull’utilità della linea

L’ex assessore reggino Richichi: ora i sindaci si facciano sentire

Il percorso immaginato per l’Alta velocità ferroviaria Salerno-Reggio Calabria desta più di una perplessità. Questo giornale nei giorni scorsi ha messo in evidenza la singolarità di una tratta che, se tutto andrà secondo i programmi, si allungherà di 52 chilometri per “seguire” il tracciato dell’autostrada A2 del Mediterraneo: 445 rispetto ai 393 della linea attualmente in funzione. A irrobustire i dubbi sulla realizzazione di un’infrastruttura molto attesa, dopo le rimostranze di un gruppo di docenti universitari calabresi e siciliani, ci sono le riflessioni di Domenico Francesco Richichi, ex assessore all’Urbanistica del Comune di Reggio Calabria.

I dubbi sul tracciato

«Dalla Gazzetta del Sud - sostiene Richichi - si apprende che Italferr, la società di progettazione di Ferrovie dello Stato Italiane, ha già pronto il progetto di due lotti da finanziare con i fondi Pnrr per una parte del nuovo tratto ferroviario che dovrebbe diventare alta velocità da Salerno a Reggio Calabria.

Si scopre che il nuovo tratto progettato da Italferr, invece di accorciare i 393 chilometri dell’attuale linea da Salerno Reggio li allunga a 445 chilometri con il risultato che avremo un’alta velocità lumaca che ci porterà a Roma in 4 ore e 40 minuti anziché in due ore e 50 così come lo si potrebbe se si facesse costruire un percorso più logico e più semplice da percorrere a 300 chilometri ora. Da Roma a Milano, che, più o meno, è la stessa distanza esistente da Reggio Calabria a Roma, fra qualche anno, si arriverà in due ore. A chi conviene che ci sia un allungamento del percorso da Salerno a Reggio? Ai progettisti che avrebbero maggiore lavoro da fare e da farsi pagare?

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