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Beni confiscati, la Calabria scende e viene superata dalla Campania

La relazione dell’Agenzia conferma la frenata di assegnazioni nel periodo Covid

Un esercito di 2.844 beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Sono i numeri che confermando come anche nell’anno della pandemia il patrimonio immobiliare (e non solo) sottratto alla disponibilità della ’ndrangheta. La Calabria resta dietro solo alla Sicilia che addirittura supera i 7mila cespiti ma leggendo la relazione dell’Agenzia nazionale che in passato aveva la sede principale a Reggio viene superata dalla Campania per quelli che sono stati destinati agli enti territoriali. Dei 2844 beni a disposizione dell’Agenzia solo 164 sono stati venduti mentre per 115 è stato deciso il trattenimento al patrimonio dello Stato. In totale l’81% dei beni è stato destinato agli Enti territoriali, il 13% è stato mantenuto al patrimonio dello Stato per il soddisfacimento di esigenze delle Amministrazioni centrali mentre il 4% è stato venduto e il 2% reintegrato nel patrimonio di società confiscate.

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