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Regionali in Calabria: l’affluenza crolla, alle 23 solo 30,87%. Urne aperte fino alle 15

Regionali, il tasso di partecipazione si ferma al 30,87%. Oggi seggi aperti fino alle 15. Nel 2020 il dato finale fu del 44,33%. Il partito degli astensionisti rischia di confermarsi ancora quello di maggioranza in Calabria. Il nuovo governatore e la politica chiamati a ricucire lo strappo tra istituzioni e società civile

Non si sa se la giornata di oggi - sarà possibile votare dalle 7 alle 15 - servirà a recuperare terreno. Certo è che i dati ufficiali dell'affluenza al voto in Calabria fanno segnare una preoccupante tendenza: fino alle 23 di ieri sera ha votato soltanto il 30,87 per cento degli aventi diritto. Il tasso di partecipazione maggiore si è registrato in provincia di Catanzaro con il 33,39 per cento, a seguire quelle di Reggio Calabria e Cosenza, entrambe con una percentuale di affluenza pari al 31,04, poi Vibo Valentia con il 27,89 per cento, e a chiudere Crotone con il 27,16 per cento.
Sono dati inferiori a quello - già molto basso - registrato nella tornata del 2020 che incoronò Jole Santelli, quando gli elettori che si recarono ai seggi furono il 44,33 per cento del totale. L'astensionismo, convitato di pietra con cui tutti speravano di non fare i conti, potrebbe alla fine rivelarsi il partito di maggioranza in Calabria.
Smaltita la sbornia elettorale - con scia di polemiche e sospetti, come quelli avanzati dalla senatrice Bianca Laura Granato sulle matite “cancellabile” utilizzate nei seggi -, partiti e candidati farebbero bene ad avviare un'analisi approfondita sulle ragioni di una così alta disaffezione alla partecipazione elettorale e alle dinamiche politiche. Su questo versante e sulla ricucitura del rapporto Regione-società civile dovrà lavorare molto anche il nuovo governatore che sarà ufficialmente eletto nella serata odierna.
I quattro aspiranti alla poltrona di presidente - Amalia Bruni, Luigi de Magistris, Roberto Occhiuto e Mario Oliverio - attendono di conoscere gli esiti di un voto destinato a ridisegnare gli equilibri politici calabresi. La legge elettorale calabrese è a turno unico e non prevede ballottaggi: vince le elezioni il leader della coalizione che conquista un voto in più degli altri. In uno scenario del genere, è evidente come sia essenziale il valore dell'unità.
Lotta serrata anche per conquistare i 30 seggi disponibili in Consiglio regionale. Verosimilmente 20 toccheranno allo schieramento vincente, i restanti 10 - in realtà 9 considerando che uno tocca al miglior perdente tra gli aspiranti presidente - saranno divisi tra i rappresentanti delle coalizioni che riusciranno a superare la soglia di sbarramento fissata all'8 per cento. Le circoscrizioni elettorali sono tre: Nord (Cosenza e provincia), Centro (le province di Crotone, Catanzaro e Vibo), Sud (Reggio e provincia). La soglia di sbarramento è fissata per le singole liste al 4 per cento dei voti validi, per le coalizioni all’8 per cento. Due terzi dei seggi saranno ripartiti con il proporzionale: 9 nel collegio Nord, 8 Centro e 7 Sud. Un terzo dei seggi è invece assegnato con il maggioritario alle liste che appoggiano il presidente eletto qualora queste non raggiungano il 50 per cento dei seggi, altrimenti è previsto un premio di maggioranza.
E quella che si concluderà oggi sarà pure ricordata pure come la prima elezione con la doppia preferenza di genere. È infatti possibile votare due candidati nella stessa lista, ma di genere differente, pena l’annullamento della seconda preferenza espressa. Finora l’aula di Palazzo Campanella non ha brillato per presenza di donne. Nel 2020 ce l’hanno fatta solo due: Tilde Minasi (Lega) e Flora Sculco (Democratici Progressisti). Potrebbe essere la volta buona per aumentare le presenze rosa nell'aula di Palazzo Campanella.
Una volta completate le operazioni di scrutinio e dopo che saranno assegnati i seggi, si metterà in moto la macchina burocratica chiamata a completare le procedure di proclamazione degli eletti. Il presidente della Giunta regionale riceverà formale investitura dalla Corte d'Appello di Catanzaro, mentre i consiglieri regionali dai Tribunali delle circoscrizioni di riferimento. Quanto al primo Consiglio regionale della dodicesima legislatura, sarà convocato non oltre il primo giorno non festivo della terza settimana successiva alla proclamazione degli eletti, su convocazione del presidente del Consiglio uscente. La guida provvisoria dell'assemblea, fino alla elezione del presidente, è assunta dal consigliere che, tra i presenti, è il più anziano di età. I due consiglieri più giovani svolgono invece le funzioni di segretari. Contestualmente al nuovo presidente, si voterà anche per eleggere i due vice e altrettanti segretari-questori dell’Aula.

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