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Lucano condannato, arriva la solidarietà di "Nuovo orizzonte giustizia" ai magistrati di Locri

Il movimento fondato dai Pm Riello, Bosso, Camerlingo e Fiore si schiera al fianco dei giudici che hanno emesso la sentenza contro l’ex sindaco di Riace: "Basta attacchi, solidarietà ai colleghi"

Il movimento recentemente nato all'interno della magistratura italiana - Nuovo orizzonte giustizia - esprime solidarietà ai giudici del tribunale di Locri che hanno condannato a 13 anni e 2 mesi di reclusione l'ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano.

"Non entriamo ovviamente nel merito della sentenza - si legge in una nota - emessa dal Tribunale di Locri nei confronti dell’ex sindaco di Riace, Lucano. Altri ci hanno pensato, sostituendosi ai giudici, senza spiegarne le motivazioni se non in modo evanescente e declamatorio, parlando di pronuncia “sconvolgente”, di “eclatante ingiustizia”, di “intenti persecutori” dei magistrati che hanno emesso la sentenza, che - secondo il segretario di un partito di governo – “farà crescere la sfiducia nei confronti dei magistrati”. Dopo i processi in tv, arrivano le sentenze a furor di popolo, scritte da politici, “pensatori” e perfino da uomini di spettacolo.

Tutto questo palesa una preoccupante mancanza di senso dello Stato - proseguono i fautori del movimento - dimostrata soprattutto da esponenti delle istituzioni che non parlano dei reati contestati a Lucano, che ovviamente non hanno letto le motivazioni della pronuncia e qualcuno, candidamente ammettendolo, nemmeno il dispositivo.
Legittimo sperare che il condannato possa far valere le proprie presunte ragioni nei successivi gradi di giudizio, inammissibile sparare ad alzo zero sui giudici “a prescindere”, giungendo taluno anche ad inventare, con fantasia degna di miglior causa, la categoria dei reati “a fin di bene”.

Pertanto - concludono - esprimiamo la nostra piena solidarietà ai Colleghi del Tribunale di Locri, accusati, esplicitamente o implicitamente, di uso politico della giustizia. Ci siamo dimostrati doverosamente pronti a fare autocritica allorché vi sono stati magistrati che hanno sbagliato ed infangato la toga che indossavano, ma non siamo disposti a gogne mediatiche guidate da logiche totalmente avulse da ogni analisi concreta dei fatti e mosse dall’intento di delegittimare la magistratura".

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