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Autorità idrica Calabria, incombe il commissario

I ritardi sulla gestione di acqua e depurazione rischiano di assestare un altro duro colpo al ruolo della politica

La sede della Sorical a Catanzaro

Sulla Calabria dei commissari rischia di abbattersi, per l’ennesima volta, la scure del governo centrale. In questa circostanza, a rischiare è l'Autorità idrica. Come già avvenuto per la Sanità, le responsabilità non possono che ricadere, anche in questo caso, sulla politica chiacchierona, incapace e inconsistente. In fondo, la campagna elettorale che guarda alle elezioni del 3 e 4 ottobre, va avanti solo a colpi di proclami e spot dal sapore propagandistico. Le grandi questioni passano in secondo piano; nel dimenticatoio è finito anche il richiamo di Arera (Autorità di regolamentazione per energia reti e ambiente) inviato a Parlamento e Governo per quanto attiene l’affidamento del servizio unico integrato delle acque. Il monito coinvolge per intero anche la Calabria che in questo momento è immersa nel clamore della campagna elettorale e distratta dalle passerelle dei leader nazionali. In sostanza il richiamo di Harera è strettamente connesso alle chiare difficoltà che molte regioni incontrano nell'affidamento del servizio idrico ed al rischio di poter perdere i fondi destinati dal Pnrr. Se dovesse permanere tale situazione allora la Calabria rafforzerà la rete dei suoi commissari, perché oltre a quello alla Sanità con attorno Aziende sanitarie ed ospedaliere, Calabria Verde, Sorical e tanti altri enti, la Regione si vedrà sottratta ogni potere decisionale anche sull'Autorità idrica con la naturale conseguenza che il gestore unico del ciclo integrato delle acque sarà imposto dall'alto per almeno quattro anni.

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