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Processi "aggiustati" a Catanzaro. Procura di Salerno chiede l'archiviazione per 17 indagati (NOMI)

Per i magistrati della Procura di Salerno non v'è prova del tentativo di "aggiustamento" d'un processo pendente in Corte di appello a Catanzaro operato nel luglio del 2019

Archiviazione. Per i magistrati della Procura di Salerno non v'è prova del tentativo di "aggiustamento" d'un processo pendente in Corte di appello a Catanzaro operato nel luglio del 2019.

L'azione, secondo l'originaria tesi di accusa, era stata congegnata avvicinando il marito di uno dei magistrati impegnati nel giudizio di secondo grado. E' stato pertanto chiesto al Gip di archiviare le posizioni di Lorenzo Catizone e della madre Virginia Carusi, rispettivamente marito e suocero del togato tirato in ballo a propria insaputa; e dei protagonisti di questa singolare vicenda rimasta senza alcuni concreto riscontro: Giuseppe Tursi Prato, Giuseppe Caligiuri e Francesco Saraco indicati inizialmente come ideatori dell'iniziativa.

L'archiviazione è stata sollecitata anche nei confronti del giudice Marco Petrini, già condannato per corruzione in primo grado per altre vicende, di Antonio Saraco, presunto beneficiario di sentenze favorevoli; Ottavio Rizzuto, indagato per riciclaggio; di Palma Spina, accusata di aver rapporti personali con Petrini  che l'avrebbero favorita professionalmente nella veste di avvocato (circostanza smentita dalle successive indagini); di Stefania Gambardella, ex moglie di Petrini, che non avrebbe esercitato alcuna pressione sul coniuge per indurlo a ritrattare; di Rosetta Rago, avvocato, e Francesca Santagata, che alcun vantaggio avrebbero ricevuto dal rapporto di amicizia avuto con Petrini. L'archiviazione è stata chiesta anche per Roberto D'Elia e Antonio Cristiano, inizialmente coinvolti nelle indagini.

L'archiviazione è stata accolta dal Gip Giovanna Pacifico di Salerno.

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