I carabinieri in divisa, un'ambulanza con il portellone ancora aperto e poco distante un carro funebre, sono gli elementi che stonano nell'immagine da cartolina tra le stradine strette che affacciano sul mare di Pietragrande. È l'alba del 25 agosto quando in una villetta viene trovata senza vita Ilaria Canta, una ragazza torinese che aveva scelto di trascorre le sue vacanze con le amiche in provincia di Catanzaro. La prima ricostruzione lascia pochi dubbi: suicidio. A distanza di quasi venti giorni però nel tragico caso della turista 29enne non tutto sembra tornare. La Procura di Catanzaro ha infatti avviato una serie di accertamenti e ha aperto un fascicolo, almeno per il momento a carico di ignoti, con l'ipotesi di omicidio preterintenzionale. Si tratta della fattispecie di reato che punisce con la reclusione da 10 a 18 anni chiunque cagioni la morte di un uomo «con atti diretti a commettere uno dei delitti preveduti dagli articoli 581 e 582 del codice penale», ossia percosse o lesioni. C’è un elemento su cui fin dalle prime ore dopo il drammatico ritrovamento si è concentrata l’attenzione.
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