«L’esistenza in seno alla ’ndrangheta della cosca Muià, operante nel territorio di Siderno, costituisce un dato accertato sulla scorta di plurimi procedimenti penali, anche passati in giudicato». È quanto scrive il gup distrettuale reggino nelle motivazioni della sentenza del filone in abbreviato del processo scaturito dalla maxinchiesta della Dda reggina denominata ’Ndrangheta Canadian Connection, che ha registrato condanne per 63 anni e 8 mesi di reclusione nei confronti di 7 imputati e un’assoluzione. Nella decisione depositata nei giorni scorsi il gup reggino ritiene che va ribadita «l’ampiezza degli elementi di prova, la variegata tipologia di condotte e l’esistenza di precedenti giudiziari, che consentono di affermare la perdurante operatività all’interno dell’associazione di tipo mafioso denominata ’ndrangheta della cosca Muià, il suo attivismo nel settore imprenditoriale, nonché la pervicace penetrazione nel tessuto sociale ed economico del territorio», pur escludendo una serie di aggravanti. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria