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Accuse e veleni su Calabria Lavoro: il fronte dei sindacati ora si spacca

Il difficile percorso di stabilizzazione di circa 500 precari. La Cisl Fp attacca: "Riunioni ferragostane dal sapore pre-elettorale". Molti i nodi irrisolti: centinaia di contratti in scadenza il 31 dicembre

La stabilizzazione dei precari di Azienda Calabria Lavoro divide il fronte sindacale. Il sospetto, avanzato dai rappresentanti della Cisl Fp, è che dietro le ultime mosse ci sia una sorta di strumentalizzazione elettorale. Tra due mesi la Calabria torna al voto e il bacino dei quasi 500 lavoratori riconducibili ad Acl - tra i quali ex stagisti e borsisti assunti con contratto di lavoro a tempo determinato in scadenza al 31 dicembre 2021, lavoratori ex Legge 28 ed ex Ardis assunti in Acl con contratto a tempo determinato part-time a 18 ore e poi lavorano con una convenzione in scadenza al 31 dicembre 2021 per le restanti 18 ore nei Centri per l’impiego - rappresenta un serbatoio di consensi importante. «Salutiamo positivamente - affermano in maniera ironica Luciana Giordano e Giuseppe Spinelli, entrambi ai vertici della Cisl Fp Calabria - questo improvviso interesse di qualche sigla sindacale nei confronti di una parte dei lavoratori precari di Azienda Calabria Lavoro, “esploso”, guarda caso, nel periodo ferragostano e a due mesi dalle elezioni regionali. Ci auguriamo, comunque, che l’interesse si estenda a tutti i lavoratori di questa Azienda e non solo ad una parte di essi. La Cisl Fp Calabria è da sempre convintamente in prima linea per sostenere le ragioni e le legittime aspettative dei dipendenti e dei precari di Azienda Calabria Lavoro, a differenza dei “salvatori della patria” dell’ultima ora, che non hanno palesato in passato la stessa convinzione e non hanno mai espresso posizioni nette e chiare».

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