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Crisi tirocinanti calabresi, i sindacati: "La politica si è concentrata sul populismo"

I rappresentanti di CGIL, CISL e UIL hanno incontrato l'assessore regionale Orsomarso: "Dopo la pausa estiva confronto per trovare le soluzioni definitive con bandi di concorso e percorsi di contrattualizzazione"

Una delle ultime proteste dei tirocinanti calabresi

"Nella giornata di ieri siamo stati convocati come OO.SS. dall'assessore al Lavoro Fausto Orsomarso per discutere dei tirocinanti calabresi, ponendo fine al silenzio che durava ormai da mesi, nonostante le richieste di incontri e solleciti, riguardo questa vertenza nel più ampio quadro del precariato calabrese". E' quanto affermano in una nota i rappresentanti di varie sigle sindacali: Luigi Veraldi (CGIL Calabria), Tonino Russo (Cisl Calabria), Pasquale Barbalaco (UIL Calabria), Ivan Ferraro (NiDIL CGIL Calabria), Gianni Tripodi (FeLSA Cisl Calabria), Luca Muzzopappa (UIL Temp Calabria).

"Su questo tema, di vitale importanza per una terra come la nostra, avremmo voluto che il dibattito fosse più serrato e stringente, ma come abbiamo come denunciato anche pubblicamente, la politica si è concentrata sul populismo, nel tentativo di coltivare sudditanze ed evitando di affrontare nella loro complessità le problematiche relative alle diverse situazioni del precariato

In questo periodo, da più fronti politici - e non solo politici - si sono dispensate ricette miracolistiche, poco o nulla realizzabili, tant’è che, alla fine dei fatti, quasi nulla è cambiato nella vita reale di tanti calabresi che cercano la via del lavoro vero e dignitoso, ma hanno trovato per lo più molte promesse e pochi fatti.

Abbiamo dato atto che, nel solco delle interlocuzioni del 7 settembre e del 28 gennaio scorsi con CGIL CISL e UIL e le relative categorie NIDIL, FELSA e UILTEMP, per una parte dei tirocinanti (Miur, Mibact e Giustizia) è stato fatto un passo in avanti con il riconoscimento della possibilità concreta di una contrattualizzazione nei relativi Ministeri tramite concorso pubblico, benché molte cose siano ancora da definire e con la preoccupazione che non tutto potrebbe avvenire così de plano come tutti invece ci auspichiamo.

Per i Tirocinanti degli Enti Pubblici e privati, invece, si è purtroppo tornati al punto di partenza e si prospetta una proroga di un’altra annualità, per i quali da tempo chiediamo un aumento consistente della misera indennità di 500 euro, ribadendo la pressante richiesta di recuperare quanti più fondi possibile, nonostante qualche politico già proiettato in campagna elettorale parlava di cifre che nel frattempo sono svanite.

Proroga che, come abbiamo ribadito al tavolo, rischia di prolungare l'agonia di questo bacino di lavoratori che permarranno ai margini delle tutele contrattuali e previdenziali, se non si abbandoneranno i toni elettoralistici che guardano al breve periodo, sbandierando fantomatiche stabilizzazioni che a queste condizioni, senza distinguere tra mansioni, età, qualifiche, saranno, di fatto, irrealizzabili.

Uno sport cui, a dire il vero, si sono prestati anche diversi Sindaci che non hanno quasi mai suggerito quali contributi fattivi possono metter in campo da parte loro.

Ovviamente, la nostra tesi non può essere che contraria per tanti motivi, partendo appunto dalla contrarietà alla scelta della strada più facile, quella tanto criticata in precedenza anche dall'Assessore stesso, e cioè della semplice proroga senza tracciare autentiche prospettive di lavoro, mentre non temiamo di accogliere positivamente il lascito di un tavolo interministeriale che va aperto alle parti sociali perché possano dare il loro contributo fattivo.

Già a gennaio, ma ancora ieri, siamo scesi nel concreto e abbiamo proposto strumenti e modalità per costruire un percorso realizzabile che non può prescindere dal confronto autentico e responsabile con l’ANCI Calabria e tutti gli altri soggetti istituzionali, affinché questa seconda annualità possa trovare sbocchi di lavoro vero in attività istituzionali carenti o nelle attività produttive favorite dall’utilizzo delle dote occupazionale e o dalla decontribuzione a fronte della contrattualizzazione.

Sono questi i percorsi cui siamo interessati e che meritano di essere approfonditi al tavolo regionale e interministeriale perché possano essere fruttuosi di soluzioni articolate e condivise che chiudano la stagione del disconoscimento del diritto al lavoro per tanti uomini e donne di Calabria.

Occorre, per questo, non perdere tempo ed aprire il primo passibile, anche subito dopo la pausa ferragostana, un confronto nel merito per la ricerca di soluzioni definitive, riguardanti i bandi di concorso per gli uni e i percorsi di contrattualizzazione per gli altri".

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