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Calabria, demA contro Occhiuto: "Niente giochi politici sulla pelle dei tirocinanti"

Il movimento politico attacca il candidato regionale che, "dopo anni di totale silenzio e immobilismo abbia all’improvviso annunciato di aver trovato il tempo di occuparsi della cosa e i soldi per sistemare tutto"

Se la Calabria vivesse un’eterna campagna elettorale sarebbe probabilmente la Regione più sviluppata del mondo. Non è un caso dunque che il candidato di una delle destre più becere di sempre, dopo anni di totale silenzio e immobilismo sul tema dei tirocinanti precari della Pubblica Amministrazione, abbia all’improvviso annunciato di aver trovato il tempo di occuparsi della cosa e i soldi per sistemare tutto. Dunque, dopo averli visti come un fastidio quando sotto la Cittadella settimane fa, unico presente con loro il sindaco di Cinquefrondi e responsabile per il Mezzogiorno di demA, Michele Conia, oggi all’improvviso sono il pensiero più importante di Occhiuto e soci. Una vita di sfruttamento e di umiliazioni, precari con famiglie alle spalle e senza alcun futuro, dipendenti demansionati travestiti da tirocinanti e magicamente possono intravedere un futuro roseo.
Quando? Casualmente in campagna elettorale, continua demA Calabria: "Diffidiamo formalmente chiunque dallo sciacallaggio politico e dalla campagna elettorale sulla pelle dei tirocinanti calabresi. Si vergogni chi per decenni ha ricoperto cariche politiche e non ha mosso un dito per risolvere questi problemi, che ha trattato questi bacini di precarietà e sfruttamento come merce di scambio elettorale, che si ricorda dei problemi delle donne e uomini di Calabria solo qualche mese prima delle elezioni. Gente come Occhiuto, una vita in politica senza uno straccio di risultato anche minimo, che oggi sventola cifre e straparla di milioni trovati senza un minimo di ritegno.
Come demA Calabria continueremo, come abbiamo sempre fatto lontano dalle campagne elettorali perché abbiamo una dignità politica, a sostenere la lotta dei precari e tirocinanti calabresi, consci del fatto che la vertenza non si risolve con gli slogan e con i comunicati stampa ma con azioni concrete e con quella voglia di riscatto che vediamo tutti i giorni nella gente che parla con noi.

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