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Reggio, quel patto politico-mafioso dovrà essere valutato di nuovo

Il processo torna in Corte d’Appello dopo il rinvio della Cassazione

«Alla difesa è stato precluso di contraddire in merito alla riferibilità “provinciale” del patto politico-mafioso, essendo stata modificata, nella parte motivazionale della sentenza, la contestazione dal punto di vista dell'organizzazione che aveva sottoscritto il patto in questione».
Per questo motivo la Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza d’appello del processo “Reale 6”, relativo alle posizioni di Santi Zappalà, ex consigliere regionale della Calabria, e per Giuseppe Antonio Mesiani Mazzacuva e Antonio Pelle (cl. 86) «per nuovo giudizio allo scopo di sanare il vizio motivazionale sopra rilevato e di consentire agli imputati di difendersi dalla specifica imputazione di avere partecipato a un patto politico-mafioso caratterizzato dalla promessa (e dazione) della somma di euro 100.000 in favore della “provincia” di ’ndrangheta reggina, nella circostanza rappresentata da Giuseppe Pelle, per l'appoggio elettorale fornito dall'organizzazione al candidato Zappalà, con la fattiva ed essenziale compartecipazione di Mesiani Mazzacuva e Antonio Pelle cl. 1986, emissari del vertice mafioso».

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