Periti nominati dal Tribunale che non depositano le trascrizioni ma nel frattempo prendono incarichi dagli avvocati degli imputati e addirittura il caso clamoroso di un perito “beccato” al bar con un imputato detenuto agli arresti domiciliari. È durissimo l’intervento del procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri al termine dell’udienza del maxi processo Scott Rinascita. Il capo della Dda ha ricostruito l’iter dall’affidamento dell’incarico dal settembre 2020 all’1 giugno scorso quando il Tribunale ha segnalato che il collegio peritale non stava seguendo l’ordine di deposito parziale delle trascrizioni così come era stato stabilito. Accade poi, racconta sempre Gratteri, che «un perito era seduto al tavolino del bar con il detenuto Mario Artusa. All’arrivo della dottoressa Frustaci il perito si è sollevato di scatto ed è scappato, si è allontanato velocemente mentre l’Artusa si è diretto verso il bar.
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