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Cimiteri: sulla Catanzaro Servizi arriva la "scure" del Tar

Annullata la delibera consiliare di affidamento dell’incarico alla Catanzaro Servizi

Un’istruttoria «monca», priva di una valutazione della congruità dell’offerta economica, alla base dell’affidamento dei servizi cimiteriali alla società partecipata Catanzaro Servizi. Con questa motivazione la Prima sezione del Tar ha annullato la delibera consiliare n° 155 del 22 dicembre 2020 con la quale il Comune aveva affidato i servizi cimiteriali alla società in house - che al momento le restano comunque in capo -, sulla scorta di un atto d’indirizzo dell’aula e facendo leva sulla relazione tecnica del Mef che sollecitava l’amministrazione ad assegnare compiti e servizi alla società.

La disputa davanti ai giudici amministrativi è stata avviata dalla Edilcat costruzioni srl (rappresentata dall’avvocato Andrea Lollo), capogruppo dell’Ati che aveva in affidamento il servizio dal 2017, con scadenza il 19 gennaio 2021. L’Ati ha quindi impugnato tutti gli atti relativi alla decisione di Palazzo De Nobili di affidare i servizi cimiteriali alla Catanzaro Servizi (rappresentata dall’avvocato Crescenzio Santuori), sostenendo che quella scelta non sarebbe stata motivata adeguatamente, puntando sulla mancata valutazione della congruità dell’offerta: elementi ai quali è stata aggiunta l’asserita omissione della relazione sulle modalità di affidamento dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, prevista dal dl 179 del 2012.

All’opposto il Comune (con l’avvocato Giacomo Farrelli, dell’Avvocatura di Palazzo De Nobili) ha ritenuto adeguate le ragioni dell’ente, evidenziando il risparmio di spesa e alcuni benefici gestionali, producendo inoltre le copie della relazione legata al dl 179. La valutazione dei giudici è stata ampia, ripercorrendo l’iter compiuto dagli uffici di Palazzo De Nobili, a partire dal contenuto della relazione, definita «una pregevole ricostruzione del sistema normativo relativo ai servizi pubblici locali» e riferendo della somma di 220mila euro che il Comune si è impegnato a riconoscere alla società partecipata. Nel complesso, il Tar ha dunque ritenuto che la relazione «indichi in maniera chiara ed esauriente» le ragioni del mancato ricorso al mercato e i benefici derivanti ma «l’amministrazione avrebbe dovuto valutare la congruità economica dell’offerta della Catanzaro Servizi».

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