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Rinascita Scott a Lamezia, Mantella accusa: "Anche un avvocato al servizio dei boss"

Il pentito ha puntato il dito contro l’avvocato Francesco Stilo imputato nel maxi processo alla ‘ndrangheta calabrese.

I boss vibonesi detenuti avrebbero potuto contare sull’aiuto di un avvocato per mandare messaggi e ordini ai propri affiliati. È quanto ha sostenuto ieri il collaboratore di giustizia Andrea Mantella durante la sua escussione nel maxi processo Scott Rinascita collegato in videoconferenza con l’aula bunker di Lamezia Terme.

Il pentito ha puntato il dito contro l’avvocato Francesco Stilo imputato nel maxi processo alla ‘ndrangheta calabrese. Sarebbe stato lui il “ponte” con l’esterno per i boss vibonesi in carcere. «Portava i telefonini in carcere - ha raccontato il pentito - faceva il solito discorso dei bigliettini».

Ma c’è un episodio in particolare su cui si è soffermato Mantella. sarebbe avvenuto intorno al 2012. Il pentito si trovava detenuto con il boss di Filandari Leone Soriano (difeso proprio da Stilo). «Eravamo nel carcere di Cosenza e Soriano mi chiese una cortesia: uccidere una persona che aveva testimoniato contro di lui in un processo». Obiettivo sarebbe dovuto essere Pino Grasso di San Costantino Calabro.

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