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Calabria, la conferma di Longo: "'Ndrangheta ancora presente nella sanità"

«Non posso che confermare appieno la valutazione del presidente della Commissione parlamentare antimafia sulla constatazione che non da adesso ma da parecchi anni a questa parte nella sanità calabrese la 'ndrangheta è stata presente e per certi verso lo è ancora oggi, lo dimostrano recenti indagini della Dda di Catanzaro e Reggio Calabria». Lo ha detto il commissario ad acta della sanità calabrese, Guido Longo, nel corso della sua audizione davanti la commissione parlamentare antimafia. «Purtroppo - ha proseguito Longo - è successo e sta succedendo che la 'ndrangheta è presente nella sanità calabrese. Non si può omettere di riferirlo e non si può limitare a casi eccezionali. Da quando sono arrivato a Catanzaro, dall’1 dicembre 2020, ho assistito a depauperamenti di personale delle aziende causate da provvedimenti dell’autorità giudiziari, abbiamo l’Asp di Cosenza falcidiata dalla recente inchiesta della procura di Cosenza, che ha estromesso ex dirigenti e anche personale amministrativo e ha dichiarato falsi tre bilanci, per gli anni 2015-2016-2017».

«Ho chiesto una proroga ai tavolo del Mef e del ministero della salute per questi bilanci, non so se me la concedono, - ha proseguito Longo - in caso contrario la decadenza dell’attuale commissario straordinario avviene per legge, non sarebbe giusto perché non ha responsabilità per quello che è successo ma la legge è questa. Per l’Asp di Reggio Calabria, sciolta per mafia, c'è stata un’inchiesta della Dda non da poco che ha coinvolto dirigenti. Sono episodi - ha proseguito il commissario dd acta della sanità calabrese - che la dicono assai lunga sulla situazione della sanità in Calabria». Longo ha poi aggiunto: «Con la presenza dei due sub commissari stiamo cercando di redigere un programma operativo nuovo che sostituisca quello precedente e ci porti negli anni a venire, stiamo valutando la possibilità di effettuare controlli più serrati alle aziende. Faccio briefing con i commissari delle aziende tre-quattro volte alla settimana ma mi stupisce e mi rincresce che si risponda in questo modo quando una Commissione antimafia richieda dei dati, forse si disconosce la normativa, alla Commissione antimafia si deve rispondere, non c'è privacy che tenga. Provvederemo anche a questo. Ho letto la risposta di Reggio Calabria, mi lascia perplesso, viene detto che oltre 1200 vaccinazioni iscritte nella lista "altro" sono state iscritte per errore, ma in quel caso si prende tutto l’elenco con il responsabile del centro vaccinale e si deferisce all’autorità giudiziaria. Non vogliamo colpevolizzare nessuno, ma - ha rilevato il commissario della sanità calabrese - sono provvedimenti che vanno presi. Si sono verificati casi di vaccinazioni farlocche, a San Fili e Cariati, contravvenendo alle disposizioni del commissario Figliuolo. Comunque si è proceduto a deferire all’autorità giudiziaria. Questo per eliminare il dubbio che non ci siano infiltrazioni 'ndranghetiste. Prenderemo le opportune cautele, - conclude - comunque con l’intervento della struttura commissariale del generale Figliuolo abbiamo avuto un notevole supporto anche sul piano dei controlli». (AGI)

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