Un cortometraggio di 8 minuti si è trasformato in una telenovela lunga 6 mesi. E il finale non è forse proprio lieto né per gli inquilini dei piani alti della Cittadella né per tanti calabresi che hanno contestato i colori artificiosi, i congiuntivi mancati e gli stereotipi ripetuti in “Calabria, terra mia”, l’opera «artistica audiovisiva del maestro Gabriele Muccino» costata - ora il dato è ufficiale e definitivo - ben 1,25 milioni di euro. Soldi pubblici, tanti, che la Regione ha accettato di versare dopo aver provato a contestare alla Viola Film S.r.l. l’inosservanza di alcune clausole contrattuali. Il tentativo non pare sia andato a buon fine visto che, dopo «una fitta corrispondenza», si è arrivati a una proposta di definizione transattiva della «potenziale controversia» avanzata dalla società, che si è dichiarata disponibile a rinunciare alla propria remunerazione (89mila euro su un appalto di 1,36 milioni). La Regione alla fine ha accettato di pagare attraverso un decreto del dipartimento Segretariato generale (U.o.a. Promozione della Calabria e dei suoi asset strategici - spettacoli e grandi eventi) che ripercorre tutta la vicenda. Il corto, con protagonisti Raul Bova e Rocho Muñoz Morales, è stato presentato la sera del 20 ottobre 2020 alla Festa del cinema di Roma.
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