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Detenuti e familiari "furbetti" del reddito di cittadinanza: denunce in Calabria e Sicilia

I soggetti individuati con l’operazione «Sbarramento» sono stati segnalati a 14 uffici giudiziari di Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, «per aver attestato fatti non corrispondenti al vero, utilizzato dichiarazioni o documenti falsi e omesso informazioni dovute, in particolare non aver comunicato la variazione del nucleo familiare». Contestualmente, sono stati segnalati all’Inps per la revoca del sussidio e il recupero del beneficio economico nonché alla procura regionale della Corte dei conti per gli eventuali profili di danno erariale.

Tra i denunciati figurano anche detenuti per reati di particolare gravità quali associazione per delinquere, traffico e spaccio di stupefacenti, rapina, estorsione e furto, nonché violenza sessuale, pornografia minorile e maltrattamenti in famiglia.
«Il reddito di cittadinanza - ricorda la Guardia di finanza - è stato istituito quale misura di contrasto alla povertà, finalizzata al reinserimento nel mondo del lavoro e all’inclusione sociale. L’ottenimento del beneficio è legato al possesso, da parte del soggetto richiedente e dei componenti del proprio nucleo familiare, di specifici requisiti di cittadinanza, residenza, soggiorno nonché di carattere economico e patrimoniale che tengono conto anche del numero dei componenti il nucleo familiare il quale, in caso di adozione di provvedimenti restrittivi della libertà personale, subisce una variazione numerica in diminuzione»

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