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Limbadi, dalle terre confiscate Libera lancia la sfida di ribellione alle cosche

Celebrata la messa di Pasqua

Se il significato della Pasqua è il passaggio dalla morte alla vita, festeggiare la Resurrezione di Gesù nelle Libere terre confiscate alla ’ndrangheta, a gente che fa della violenza e della prevaricazione il proprio status sociale, rappresenta per Libera promotrice della santa messa celebrata da padre Giovanni Calcara, una esortazione a ribellarsi, a rivoltarsi contro i soprusi e le ingiustizie mafiose perché «essere qui, calpestare questi terreni, viverli è l’inizio di una rivoluzione».
Alla presenza del sindaco Pantaleone Mercuri, del comandante della Compagnia dei carabinieri di Tropea, Nicola Alimonda e del referente provinciale di Libera, Giuseppe Borrello, le parole dell’omelia di padre Calcara in un territorio saturo di mafiosità ed intriso di contesti ’ndraghetistici, riecheggiano più forti che mai. Il ricordo di Maria Chindamo e di Matteo Vinci, la prima scomparsa nelle terre di Limbadi, il secondo in quelle terre dilaniato da un’autobomba, si fa struggente per i pochi presenti causa pandemia.

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