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Pista campana per il furto delle reliquie di San Francesco di Paola

I carabinieri del Ntpc cercano nel Napoletano il bottino trafugato nel Santuario calabrese nell’ottobre di 38 anni fa

Il busto di San Francesco di Paola

La pista napoletana. Le reliquie di San Francesco, rubate nella note tra il 2 e il 3 ottobre del 1983 nel Santuario di Paola, finirono in Campania. E quattro giorni dopo ne fu fatta ritrovare solo una parte, in via Ostiense a Roma, con l’obiettivo di depistare le indagini e condurre lontano dall’area partenopea gli investigatori. È l’ipotesi più accreditata dai carabinieri del Nucleo di Tutela del Patrimonio Culturale di Cosenza che hanno ripreso a indagare per tentare di riportare in Calabria il maltolto che ha un grande valore spirituale e storico. Ma quale fu il bottino del più celebre furto sacrilego compiuto nella regione nell’ultimo secolo?
I ladri depredarono il sepolcro del veneratissimo Santo d’ogni cosa: i denti, il saio, il Rosario, uno zoccolo di legno del Santo che, come accennato, furono poi fatti ritrovare all’interno di un sacco di plastica nella Capitale. Scomparvero invece per sempre il busto argenteo, il Crocefisso, la lampada votiva ed i reliquari trafugati. Oggetti in gran parte risalenti al 1600 che i militari dell’Arma, guidati dal capitano Bartolo Taglietti, vorrebbero ora recuperare. Ma perché le nuove indagini portano all’ombra del Vesuvio?

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