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Gioia Tauro, torna l’incubo della baraccopoli

Da due mesi nessuno gestisce la struttura che sorge tra gli alberi della grande area industriale nei pressi del porto

La tendopoli di San Fedinando

Gli annunci che nel corso del tempo si sono susseguiti sullo smantellamento della grande tendopoli calabrese sono caduti nel vuoto. Anzi quello che doveva essere il luogo per il superamento della vecchia baraccopoli (quella sì che è stata smantellata ma la zona non ancora bonificata) si è trasformato in un nuovo ghetto abbandonato a se stesso. Da due mesi non c’è nessuno che gestisce quella struttura che sorge tra gli alberi della grande area industriale nei pressi del porto di Gioia Tauro. Un’area che in effetti di industriale ha ben poco e che è uno dei massimi simboli dell’inefficienza della politica calabrese. A cui si aggiunge anche la gestione dello Stato del problema migrazione nella piana di Gioia Tauro che non centrato l’obiettivo del superamento delle condizioni di degrado in cui vivono gli stessi migranti. Oggi di quella che era la nuova tendopoli con badge d’ingresso identificativi e un numero limitato di accessi per coloro che sono registrati è rimasto ben poco.

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