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Calabria, le OOSS di categoria: "Col DCA34 non si chiude un capitolo, si apre una vertenza"

L'anestesista del Gom di Reggio e presidente regionale Aaroi-Emac, Domenico Minniti

Una nota congiunta di Domenico Minniti (AAROI EMAC), Filippo Maria Larussa (ANAAO ASSOMED), Giorgio Ferrara (CIMO) e Giuseppe Pirillo (FESMED) per dire che:

"Con la pubblicazione del DCA 34 a firma del Commissario ad acta e del Dirigente Generale del Dipartimento tutela della salute, più che chiudersi un capitolo sta per aprirsi una vertenza.
Al di la dei facili proclami che si leggono sugli organi d’informazione, la vicenda è da considerarsi, ancora, ai blocchi di partenza.

Il DCA propone le linee di indirizzo per la distribuzione delle premialità messe a disposizione dai Decreti Legge 18 e 34 dello scorso anno, a favore del personale sanitario contrattualizzato, esposto in prima linea durante l’emergenza pandemica.

Gioverà ricordare che le sigle, che esprimono poco meno del 90% della rappresentatività della Dirigenza medica, veterinaria e sanitaria, non hanno sottoscritto l’accordo al quale si fa riferimento nel DCA stesso e del quale, peraltro, non si è mai avuta formale contezza.

Ed è quantomeno singolare che la modalità con cui viene suggerita alle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere della Calabria la distribuzione delle risorse al personale della Dirigenza medica veterinaria e sanitaria, venga sottoscritta da CGIL CISL e UIL Funzione Pubblica, mentre rechi la firma delle sole CGIL Medici e UIL medici, queste ultime due rappresentative di solo poco più di un decimo della Dirigenza firmataria del vigente CCNL Area Sanità.

Come altrettanto singolare è il fatto che, pare, siano proseguiti gli incontri con i sindacati confederali all’insaputa delle OOSS di categoria, cosa che configurerebbe un illecito per il quale le scriventi AAROI-EMAC, ANAAO-ASSOMED, CIMO e FESMED hanno già avviato un ricorso davanti al Giudice del Lavoro per comportamento antisindacale ex art. 28 Legge 300 del 1970.

Dalla lettura degli organi di stampa, inoltre, parrebbe intuirsi un ulteriore illecito, una davvero straordinariamente libera interpretazione dell’art. 1 del DL 18/2020 s.m.i. da parte dei sindacati confederali del quale, in verità non sembra esservi traccia nel DCA che nelle tabelle in esso contenute richiama fedelmente la norma di legge.

Contraddittorio è inoltre, per inciso, il concetto espresso dai confederali che, se da un lato e correttamente, ritengono che il rischio professionale di contrarre l’infezione da SARS-Cov2 debba prevedere identico indennizzo per tutti i lavoratori parimenti esposti, dall’altro non tengono minimamente conto delle differenti aliquote fiscali e contributive che, di fatto, sono responsabili di un’intollerabile sperequazione a danno dei nostri iscritti.

E’ pacifico dunque che qualora le risorse non venissero distribuite come chiaramente indicato nel prefato art.1 del DL 18/2020 le scriventi OOSS sarebbero obbligate, loro malgrado, a rivolgersi agli organi competenti.

In questo senso è stata richiesta oggi, come primum movens, la revoca in autotutela del DCA 34, rimanendo comunque disponibili al dialogo, non certo all’inerzia.
Contestualmente viene inoltrata diffida ai Commissari Straordinari delle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere della Calabria da un utilizzo difforme dal dettato normativo delle risorse di che trattasi.

Le scriventi OO.SS. ritengono infine doveroso, pur esulando dai propri compiti istituzionali, che la regione si adoperi nel rendere disponibili risorse economiche per il ristoro di quelle categorie che, pur parimenti esposte al rischio, non trovano menzione nei DDLL 18 e 34 e le cui premialità non possono in alcun modo essere stornate da quelle stanziate per i due CCNL, Dirigenza e Comparto".

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