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Vibonese, in fumo 5mila posti di lavoro

Nell’area di Porto Salvo si allarga il fronte del deserto industriale: prendono il sopravvento degrado e abbandono

L'area industriale di Portosalvo a Vibo Valentia

Dieci anni dopo la fine dell’ex Italcementi a Vibo il deserto industriale è sotto gli occhi di tutti. Capannoni abbandonati, intorno il degrado. Migliaia di posti di lavoro andati in fumo, un Porto che langue, mentre si riflette sulla sua vocazione. Nuova Pignone, Italcementi, Snam Progetti e tante piccole aziende capaci di farsi notare sul panorama nazionale, rappresentano un lontano ricordo.
Quasi cinquemila i posti di lavoro persi. Enorme il danno complessivo per l’economia del territorio. Un bilancio da brividi che impone, tuttavia, a politica, sindacati e Confindustria, la necessità di immaginare una pagina nuova. Da scrivere possibilmente con le migliori energie. Fortunato Rizzo è il presidente di Confindustria giovani Vibo, ha un’azienda che sorge nell’area industriale di Porto Salvo, quella gestita – si fa per dire – dal Corap il tracollo lo ha vissuto in prima persona: «Vent’anni fa – rammentaRizzo – la zona industriale di Vibo Marina era la terza della Calabria». E allora come spiegare questo declino? «Le responsabilità sono tante, in primis da parte della politica. Mancano i depuratori, le zone digitali, non esistono le aree di stoccaggio, si continua a non ragionare di trasporti e collegamenti».

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