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Sos varianti, le Regioni chiedono la classificazione di rischio per le scuole

Congedo parentale e aiuti economici ai genitori in caso chiusura

Con l’allarme delle varianti che dilaga anche nelle scuole italiane, le Regioni chiedono una classificazione di rischio per le attività scolastiche, come già avviene in altri settori. Non solo: in una bozza della lettera che i governatori intendono indirizzare al governo si rivendica la necessità di maggiori forme di congedo parentale e più risorse a sostegno dei genitori in caso di chiusura degli istituti per questioni legate al contagio.
Insomma, la conferenza delle Regioni, che si già si è fatta sentire dal nuovo esecutivo Draghi sul piano vaccinale e gli indennizzi per le attività economiche, mette anche l’istruzione e il sostegno alle famiglie tra le sue priorità. La sfida, a tutti i livelli, è trovare un complesso punto di equilibrio, mentre il paese è in bilico tra il timore delle nuove varianti del virus e la voglia, dopo un anno di restrizioni più o meno rigide, di tornare alla normalità.
L’epidemia, però, non dà tregua e nell’ultimo periodo sono diverse le scuole che, in tutta Italia, hanno dovuto chiudere i battenti a causa dei contagi. L’ultima è l’istituto Sinopoli-Ferrini di Roma e la decisione è stata presa proprio per sospetti casi di varianti inglese: qui la ripresa delle attività didattiche a distanza è prevista solo a partire da mercoledì, dopo la sanificazione degli ambienti e lo screening di tutto il personale. Da sabato e per due settimane, in due Comuni tra Bergamo e Brescia, si sono fermate le lezioni negli istituti superiori in seguito al riscontro di diverse positività e lo spettro della variante inglese. A Biella lo stesso timore ha indotto alla chiusura di un liceo fino a giovedì.
Il dipartimento Salute della Puglia, (regione in cui gli studenti seguiranno le lezioni in Dad per 14 giorni) nell’ultimo monitoraggio settimanale ha riscontrato tra bambini e adolescenti un maggior tasso di diffusione del Coronavirus che, associato alla cosiddetta "variante inglese" contraddistinta da maggiore trasmissibilità, induce a ritenere che si sia notevolmente aggravato il rischio di trasferimento in ambito familiare». In sintesi: elevata circolazione virale in tutta la popolazione e in particolare in quella scolastica.
Nel bollettino più recente, anche l’associazione italiana di Epidemiologia ha evidenziato un aumento dell’incidenza di Covid-19 - probabilmente per l’arrivo delle varianti - nelle fasce più giovani di età. Quei bambini e quei ragazzi che frequentano asili e scuole, per cui ora le Regioni ritengono necessaria «un’apposita numerazione di rischio, al pari di altre attività».

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