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Cambiavento: "Dosi di vaccino sufficienti solo per il 50% degli anziani calabresi"

Nota di "Cambiavento" sulla campagna vaccinale in Calabria

Tra le tante timidezze e i tanti silenzi che connotano la classe politica che rappresenta Catanzaro a livello comunale, provinciale e regionale – pure sempre pronta a licenziare note stampa entusiaste per la bitumazione di una strada o comunicati aggressivi se qualcuno osa evidenziare inadempienze e fallimenti – risalta in maniera preoccupante l’assenza di interventi qualificati in ordine ai ritardi che connotano la campagna di vaccinazione.

Eppure, non c’è cosa più importate in questo momento. Dobbiamo davvero spiegare e ricordare che il vaccino è l’unico mezzo a disposizione che abbiamo per garantire il diritto alla vita di tante parte della nostra popolazione e il diritto a tornare alla normalità per tutti (finanche per chi è ostinatamente fermo su posizioni negazioniste e scettiche)?

Eppure, là dove si aspetterebbe un impegno totale e una determinazione senza precedenti, i numeri sono impietosi. La Calabria ha effettuato 78.894 vaccini a fronte di 136.290 consegne, attestandosi su una percentuale del 59,4 che ci colloca all’ultimo posto in Italia. Siamo ultimi, gli unici sotto il 60%, sei punti percentuali indietro rispetto alla vicina Basilicata, 19 punti dietro la Campania. Un disastro, una vergogna!

Un disastro di cui sono parimenti responsabili il commissario Longo, il dirigente Belcastro e il facente funzioni Spirlì, le cui incursioni sgangherate in un campo che non sarebbe di sua competenza rendono tutto più complicato e servono solo ai suoi interessi comunicativi. Ma che vergogna fare propaganda elettorale su un tema così drammatico come è quello dei vaccini e della pandemia!

In questo scenario, con gravissimo ritardo, si è finalmente proceduto ad aggiornare il piano vaccinale e ad indicare tempi e strategie della fase due. Tempi e strategie  che presentano però, ictu oculi, diverse criticità che rischiano di riproporre ritardi e inaccettabili carenze.

La vaccinazione degli over 80 dovrebbe iniziare già lunedì ma le dosi che sono previste dal piano commissariale basteranno solo per il 50% degli anziani calabresi. E gli altri? E come si è arrivati a fissare nel 50% degli aventi diritto la quota di partecipazione? Non solo, i vaccini dovrebbero essere effettuati presso i medici di base, ma i medici di base della regione non sono stati ancora tutti vaccinati: daranno la propria disponibilità o comprensibilmente si rifiuteranno? E nemmeno i medici di base hanno ricevuto la formazione indispensabile per poter procedere ad una vaccinazione che, come è universalmente noto, può determinare alcuni effetti collaterali. Perché non è stata prevista la vaccinazione totale e la formazione dei medici di base? Perché non viene disposto che la vaccinazione degli over 80 cominci in ospedale e lì prosegua almeno fintanto che tutto non sarà pronto?

Sempre il nuovo crono-programma prevede che la vaccinazione del personale scolastico (e universitario?) abbia inizio il 10 marzo, attraverso la prenotazione da effettuare su una piattaforma delle Poste di cui ancora non si hanno notizie sufficientemente certe. Intanto, mentre il Presidente Draghi manifesta l’esigenza di recuperare il tempo perduto immaginando un prolungamento del calendario scolastico, il facente funzioni Spirlì, unico al mondo, annuncia che la vaccinazione del personale scolastico determinerà la chiusura delle scuole calabresi. Ma perché mai? Perché solo le scuole dovrebbero chiudere (non gli ospedali, non le caserme) per consentire la vaccinazione del personale e perché non si prevede da subito la creazione di centri vaccinali da mettere a disposizione del personale scolastico per il tempo necessario ad esperire tutte le procedure?

Se Longo e Spirlì non sono in grado di gestire la pandemia vadano a casa, e lo facciano subito. E se i rappresentanti del governo cittadino, provinciale e regionale non hanno il coraggio di dirlo, allora vadano a casa pure loro. E per sempre.

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