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Le amicizie del boss Raffaele Cutolo con i boss della 'ndrangheta

Raffaele Cutolo era stato battezzato ndranghetista da Egidio Muraca, personaggio storico della criminalità organizzata di Lamezia Terme negli anni 70 del secolo scorso. I due boss stavano trascorrendo un periodo di comune detenzione. E don Raffaele strutturò la Nuova camorra organizzata mutuando le gerarchie e le regole della mafia calabrese. Negli anni successivi divenne amico e alleato del boss di Reggio Calabria, Paolo De Stefano, ordinando a due suoi camorristi di uccidere, nella infermeria del carcere di Poggioreale dove si trovava detenuto, Mico Tripodo, padrino di Sambatello e rivale di De Stefano.

L'omicidio del capobastone costerà molto anni dopo la condanna all'ergastolo a don Raffaele. Ma Cutolo aveva solidi legami anche con il capobastone di Sibari, Giuseppe Cirillo e con quello di Cosenza, Franco Pino. Il cognato di Cirillo, Mario Mirabile, poi ucciso a Corigliano nell'agosto '90, divenne nel 1980 capo della Nco a Salerno. Pino, invece, diede ricovero ai latitanti cutoliani lungo la fascia tirrenica del Cosentino, in particolare a San Lucido. Li visse per mesi Sergio Bianchi, detto "o pazzo" sicario cutoliano con più di cento omicidi alle spalle. Non solo: nel giugno del 1982 furono due azionisti cutoliani ad assassinare nel suo studio della centralissima via Alimena di Cosenza, l'avvocato penalista Silvio Sesti, uno dei legali più bravi e apprezzati dell'epoca. I killer campani agirono su mandato del boss di San Lucido Nelson Basile. Raffaele Cutolo fu pure a lungo complice nel contrabbando di sigarette con le cosche calabresi. Il capo della Nco offrì spesso protezione e assistenza in carcere agli ndranghetisti detenuti nei penitenziari campani.
Quando Egidio Muraca, l'8 febbraio del 1989, venne ucciso a 64 anni, insieme con la moglie, Anna Rosa Gagliardi, 56 anni, all'interno di un negozio di materassi su viale Stazione, nel centro di Lamezia Terme, don Raffaele chiese spiegazioni ai "compari" calabresi. L'assassinio del suo vecchio amico l'aveva infatti turbato e indispettito.

 

L'uccisione di Roberto Cutolo

Roberto Cutolo è stato assassinato a 28 anni a Tradate. Venne ucciso per ordine del boss napoletano Mario Fabbrocino dal killer pentito Antonio Schettini. Quest'ultimo agi nel quadro di un accordo che il boss calabrese Franco Cocò Trovato aveva stabilito con Fabbrocino che riguardava la guerra intrapresa dallo ndranghetista con la famiglia napoletana dei Batti nel Comasco. Salvatore Batti, capo del gruppo camorristico, si rifugiò a Napoli e ne venne chiesta la testa. In cambio Fabbrocino pretese di poter fare uccidere Roberto Cutolo nell'area sotto il controllo dei boss calabresi Franco Cocò Trovato e Pepe Flachi. Il delitto venne eseguito il 19 dicembre del 1990 da Antonio Schettini, napoletano legato ai calabresi. L'uomo, dopo aver confessato decine di crimini ed aver scontato 25 anni di carcere, è tornato in libertà e vive adesso in una località protetta.

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