Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Recovery plan, la Calabria adesso attende risposte

L’economista Daniele (Umg): «Infrastrutture e logistica tra le priorità ma lo sviluppo del Sud passa anche dalla capacità di utilizzo delle risorse e dal mantenimento di misure straordinarie»

Portare il Sud al livello del resto d’Italia, a partire dalla Calabria. Come? Il Recovery plan sembra ormai lo strumento privilegiato perché ciò avvenga, al punto da essere stato indicato a più riprese come “l’ultimo treno” per cambiare in meglio le sorti del Mezzogiorno. Resta però da capire come questo strumento possa essere utilizzato per la crescita di un’area potenzialmente strategica, ma finora sottoutilizzata, per l’Italia e per il Mediterraneo.
Le prospettive Il professor Vittorio Daniele, ordinario di Politica economica all’Università Magna Graecia di Catanzaro, indica con chiarezza la prospettiva alla quale il Mezzogiorno deve guardare: «Bisogna pensare a un programma generale con grandi opere per il Mezzogiorno ma nell’ambito di una strategia, senza frammentare le scelte in mille rivoli». L’aspetto che riguarda da vicino il Sud, e dunque anche la Calabria, è quello del riequilibrio territoriale. Il docente ricorda che «l’Italia ha avuto il 27% dei fondi previsti dal Recovery Fund anche per le condizioni del suo Mezzogiorno dal punto di vista del Pil pro capite e della disoccupazione». I dati negativi del Sud hanno infatti garantito all’Italia una fetta consistente di fondi, gli ormai famosi 209 miliardi. «È chiaro che sulla scorta di ciò – sottolinea Daniele – al Mezzogiorno dovrebbe andare una quota di risorse superiore al 34% (che è la percentuale di popolazione, ndr), in modo da avviare il processo di riequilibrio col Paese».

Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria

Caricamento commenti

Commenta la notizia