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Traffico di stupefacenti tra Calabria e Sicilia: la Cassazione annulla una condanna

Francesco Pesce, ritenuto membro di spicco della cosca Pesce di Rosarno e già condannato nell’ambito dell’operazione «All inside» della Dda di Reggio Calabria, secondo la Procura catanese sarebbe stato un anello di collegamento tra Calabria e Sicilia

La sesta sezione penale della Corte di Cassazione ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Domenico Infantino ed ha annullato senza rinvio la condanna ad 8 anni di reclusione nei confronti di Francesco Pesce, 37 anni, per il reato di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti che era stata pronunciata dalla Corte di Appello di Catania.

La condanna era giunta nell’ambito di un’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Catania, che aveva scoperto un ingente traffico di stupefacenti tra cosche siciliane e calabresi. Francesco Pesce, ritenuto membro di spicco della cosca Pesce di Rosarno e già condannato nell’ambito dell’operazione «All inside» della Dda di Reggio Calabria, secondo la Procura catanese sarebbe stato un anello di collegamento tra Calabria e Sicilia nella veste di fornitore stabile di stupefacente per il gruppo criminale operante nel Catanese, ad Adrano.

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