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Tropea, gli orrori commessi al cimitero. Il giallo delle 47 bare allineate nei viali

Lo scorso 2 febbraio una delle denunce del testimone di giustizia Pietro Di Costa

Le bare venivano trasportate in uno spiazzo attiguo al camposanto di Tropea nel cassone di una motoape e venivano distrutte

Un’indagine ancora in itinere che potrebbe portare a clamorose svolte, perché – come precisato dal procuratore di Vibo, Camillo Falvo – quanto finora emerso circa le estumulazioni e gli orrori commessi sulle salme al cimitero di Tropea è «solo la punta dell’iceberg». Una vicenda di per sé già pesante su cui getta altre ombre la denuncia (lo scorso 2 febbraio) del testimone di giustizia Pietro Di Costa il quale parla di «47 bare» allineate «nei viali del cimitero» che sarebbero state tolte dai loculi senza autorizzazione e poi “scomparse”. Insomma ulteriori aspetti di una trama horror sempre più complessa su cui gli inquirenti intendono fare chiarezza. E mentre Procura e Gdf proseguono l’attività di indagine – coordinata dal sostituto Concettina Iannazzo – il gip Marina Russo, ha fissato per domani gli interrogatori nei confronti delle tre persone di Tropea arrestate per violazione di sepolcro e distruzione di cadavere, alle quali viene anche contestata l’associazione per delinquere. Davanti al gip, attraverso il collegamento online, compariranno Francesco Trecate, 62 anni, custode del cimitero di Tropea (avv. Sandro D’Agostino), il figlio Salvatore Trecate, di 38 anni (avv. Giuseppe Di Renzo) – entrambi con precedenti di polizia e rispettivamente zio e cugino dell’assessore di Tropea Greta Trecate – e Roberto Contartese, 53 anni, incensurato (avv. Francesco Muscia).

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