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Calabria, fondi alle Aziende sanitarie e ospedaliere: la “triplice” chiede lumi

Interpellato il commissario per il piano rientro del comparto Guido Longo

Nella giornata di ieri i tre segretari generali del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil Calabria, Alessandra Baldari, Luciana Giordano ed Elio Bartoletti, hanno inviato una lettera al commissario ad acta per piano di rientro dal debita sanitario calabrese, Guido Longo, per avere immediato riscontro sull’assegnazione delle risorse alle Aziende ospedaliere e Aziende sanitarie provinciali ai fini della erogazione al personale dipendente della “indennità Covid”, come da accordo Regione Calabria – organizzazioni sindacali del 6 luglio 2020: «Le scriventi Federazioni del Pubblico impiego in seguito all’incontro tenutosi il 20 gennaio, in cui hanno illustrato al Commissario per il piano rientro del Servizio Sanitario della Regione Calabria,  Guido Longo, le fasi dell’accordo sottoscritto tra le stesse e la Regione Calabria, in data 6 luglio 2020, specificandone il contenuto volto a stabilire i criteri di indirizzo per assegnare le risorse erogate dal Governo con il DL 17 marzo 2020, n.18 convertito con Legge 24 aprile 2020, n.27, così come modificato dal DL 34/2020, per 7.993.950,00 euro, al lordo degli oneri riflessi (come da tabella A allegata al medesimo decreto), finalizzate a remunerare le particolari condizioni di lavoro del personale impegnato nelle attività di contrasto all’emergenza determinata dal diffondersi del virus Covid – 19 negli Enti e nelle Aziende del Servizio Sanitario Regionale, integrate dalla Regione Calabria per 2.000.000 di euro con Delibera di Giunta n. 319 del 19 ottobre 2020, con la presente chiedono al commissario di intervenire presso gli organi competenti della Regione Calabria, compresi i soggetti sottoscrittori dell’accordo al fine di far luce sulla mancata erogazione ai lavoratori delle risorse finanziarie, segnalando l’esigenza di conoscere i tempi, che si auspicano strettissimi, di risoluzione della vertenza più volte sollecitata dalle scriventi, attesa la scadenza eccessivamente datata e risalente al 30 luglio 2020 e la necessità e urgenza di dare risposte alle giuste aspettative dei lavoratori e delle lavoratrici.

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