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Il Tar Calabria dispone la riapertura di elementari e medie. La rabbia di Spirlì

Il Tribunale amministrativo regionale della Calabria ha sospeso l’efficacia dell’ordinanza con il presidente della Regione, Nino Spirlì, aveva provveduto a chiudere le scuole medie ed elementari fino al prossimo 15 gennaio. Il ricorso era stato presentato da alcuni genitori di Paola, rappresentati dall’avvocato Paolo Perrone, evidenziando che mancavano i presupposti per la chiusura della scuola primaria e secondaria di primo grado. Le tesi sono state accolte parzialmente da Tar che ha fissato la camera di consiglio per il 10 febbraio, riaprendo comunque le scuole sin da domani laddove previste le lezioni, oppure dalla giornata di lunedì. Gli effetti del provvedimento rimangono validi per le scuole superiori.

Secondo i giudici amministrativi del Tar di Catanzaro (presidente Giancarlo Pennetti), «il Governo, sul presupposto della sussistenza dei requisiti di necessità ed urgenza e di una valutazione attuale del rischio sanitario a livello nazionale, oltre a disciplinare l’attività didattica delle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado, garantisce il funzionamento della didattica in presenza per la scuola dell’infanzia, la primaria e per il primo anno della scuola media con la conseguenza che a fortiori in uno scenario quale quello attuale, giudicato nell’atto impugnato, tali istituzioni scolastiche comprese le classi di seconda e terza media possono effettuare didattica in presenza». I giudici hanno anche evidenziato che «non vede la scuola come luogo al cui interno esista un forte rischio di contagio», mentre nell’ordinanza regionale «sembra mancare non solo una valutazione orientata ad una selezione di porzioni di territorio regionale più interessate dall’incremento dei contagi anziché ad una chiusura uniforme della didattica in presenza, ma neppure sembra tenersi conto del fatto che le problematiche legate al trasporto scolastico, per le fasce di età riferite alle istituzioni scolastiche diverse dalle superiori, appaiono di minore entità e maggiormente gestibili rispetto a quelle della popolazione studentesca di età compresa fra i 14 e i 18 anni di età». Motivi che porteranno, dunque, alla riapertura delle scuole primarie e secondarie di primo grado, mentre rimane la didattica a distanza per le scuole superiori.

Il presidente Spirlì: "Ci opporremo subito"

«Ci opporremo alla sentenza del Tar di oggi che lascia i giovani delle superiori a casa fino al 31 gennaio ma, al tempo stesso, dice che i bambini di medie ed elementari devono rientrare a scuola da lunedì».Lo afferma il presidente facente funzioni della Giunta, Nino Spirlì, in merito al decreto del Tar regionale che ha sospeso l’ordinanza n.1 della Regione.«Da lunedì – dice ancora Spirlì –, la Calabria non sarà in zona gialla, ma in quella arancione: sarà chiusa e nessun adulto potrà uscire se non per andare dal medico o a lavorare. I bambini e gli adolescenti, invece, potranno farlo. Loro, evidentemente, non corrono rischi, in pericolo ci sono solo i ragazzi dalla prima superiore in poi e tutte le altre persone fino ai 99-100 anni».«Non si può andare avanti in questo modo, è una follia. Poche decine di genitori non possono decidere per un’intera regione e per centinaia di migliaia di famiglie. Faremo tutto il possibile rimanendo nella legalità e utilizzando tutti gli strumenti democratici per rispondere a questa pronuncia. I legali dell’Avvocatura – spiega il presidente – stanno già lavorando per opporsi a questa decisione e mi auguro che ne possa arrivare un’altra in tempi altrettanto rapidi, considerato che, da lunedì, la Calabria sarà in zona arancione. È importante che i ragazzi siano tutelati. I genitori che vogliono tenere i figli a casa sono nel giusto, visto che nessuno è in grado di garantire la sicurezza nelle scuole. In questo momento serve buonsenso».Il presidente della Regione, inoltre, fornisce nuove informazioni sulla campagna di vaccinazione anti-Covid in corso: «Sta andando avanti e dovremmo portarla a termine entro la prossima estate».

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