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Assoluzione di Oliverio, Corbelli: verrà ricordato per il cimitero dei migranti

« Senza di lui non ce l’avrei mai fatta a far aprire a Tarsia il cantiere per costruire la grande opera di civiltà, apprezzata dal Vaticano e conosciuta nel mondo»

Franco Corbelli è il leader del movimento Diritti Civili

« Il nome di Oliverio, persona perbene e onesta, verrà ricordato dalla Storia, non certo per… "Lande desolate" e per questa assoluzione ma per il Cimitero internazionale dei Migranti!». Lo afferma il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, dopo l’assoluzione dell’ex presidente della Regione, Mario Oliverio, che, ricorda, «ha sempre strenuamente difeso in questi due anni, di gogna mediatica nazionale, quasi sempre in perfetta solitudine, al di là dei due avvocati difensori dell’ex Governatore».

«Oliverio ha legato il suo nome a questa grande opera umanitaria - sostiene Corbelli in merito al Cimitero internazionale dei Migranti - finanziandola con la Regione e facendo partire, due anni fa, i lavori. Voglio ricordarlo oggi, nel giorno della sua assoluzione, per rendergli onore e merito.  Senza di lui non ce l’avrei mai fatta a far aprire a Tarsia il cantiere per costruire la grande opera di civiltà, apprezzata dal Vaticano e conosciuta nel mondo. Ricordo che il 23 dicembre 2018, quando a Tarsia, dopo una battaglia lunga 5 anni, abbiamo finalmente iniziato i lavori della grande opera umanitaria, il Presidente Oliverio, confinato, da pochi giorni, a San Giovanni in Fiore, non ha potuto partecipare allo storico evento! Anche questa ferita è stata inflitta all’ex Presidente e alla Calabria».

Per quanto riguarda la vicenda giudiziaria «non avevo alcun dubbio - conclude Corbelli - che sarebbe stato assolto, ancor prima che si pronunciasse la stessa Corte di Cassazione, come ho molte volte pubblicamente ribadito in questi due anni. Resta da chiedersi perché è successo, perché è stato addirittura confinato per tre mesi, nel suo paese, un presidente in carica (fatto mai accaduto nella storia della regione) e soprattutto perché il Pd, il suo partito, pseudo garantista, non lo ha difeso, scaricandolo e non ricandidandolo. Questa inchiesta e l’atteggiamento giustizialista del Pd, o meglio della segreteria del Pd e dei suoi emissari in Calabria, ha cambiato il corso e il destino della nostra regione. È stata forse questa la più grande ingiustizia fatta nei confronti di Oliverio e della stessa Calabria!».

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