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Scuola, la riapertura di gennaio in Calabria a rischio per il caos trasporti

Il nodo trasporti resta un problema chiave per la scuola calabrese, richiamato più volte tanto dalla politica quanto dai presidi e dagli stessi studenti che non vedono l’ora di tornare in classe, ma non nascondono pericoli e timori.

«No, professore, io non ci sto. Se dovrò risalire sullo stesso autobus pieno zeppo, non verrò a scuola. Mi dispiace, ma ho paura». L’ha denunciato qualche giorno fa, durante l’ennesima videolezione, Nicola, studente di Montalto che frequenta un istituto superiore cittadino. I dirigenti, poi, non si stancano di ripetere che le loro scuole sono pronte tra percorsi differenziati, ingressi e uscite scaglionate, attenzione alle distanze, sanificazione continua e tutto il resto. Il problema è ciò che accade fuori, prima e dopo la campanella.

Patata bollente ai prefetti

Il numero due dello Snals calabrese ricorda come «il recente dpcm prevede il coinvolgimento dei Prefetti che dovranno istituire un tavolo di coordinamento per la definizione del più idoneo raccordo tra gli orari di inizio e termine delle attività didattiche e gli orari dei servizi di trasporto pubblico locale urbano ed extraurbano. Si è capito che il problema non è nelle scuole, che si sono peraltro bene organizzate anche investendo considerevoli risorse economiche, ma nell’inadeguata rete dei trasporti e negli ipotizzabili assembramenti di socializzazione prima e dopo le attività didattiche; senza considerare la provenienza da eventuali focolai familiari e parentali».

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