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Macellavano senza controlli: 8 arresti e perquisizioni in Calabria

Si tratta di sei veterinari dell’Asp di Crotone e 2 gestori di uno stabilimento di macellazione carni a Strongoli, sequestrati di stabilimenti ed allevamenti per un valore di oltre 1 milione di euro

Animali macellati senza controlli. Per questo dalle prime ore di oggi oltre 100 Carabinieri del Gruppo Tutela Salute di Napoli e dei Comandi Provinciali di Crotone, Cosenza e Reggio Calabria, con il supporto aereo di unità a pilotaggio remoto del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, stanno dando esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Crotone nell’ambito dell’operazione denominata “FOX”, svolta dal Nas di Cosenza sotto la direzione della Procura della Repubblica di Crotone.

Il gip del Tribunale di Crotone nell'ambito dell'operazione "Fox" condotta dai Nas e coordinata dal procuratore di Crotone Giuseppe Capoccia e dal suo sostituto Andrea Corvino, ha emesso in totale otto misure cautelari: due ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico del titolare del macello di Strongoli al centro dell'indagine, e di un suo dipendente.

Per quattro medici-veterinari dell'Asp di Crotone, in servizio nei distaccamenti di Cirò Marina e Roccabernarda sono stati disposti gli arresti domiciliari mentre altri due sono stati sospesi dal servizio. Disposto anche il sequestro di stabilimenti ed allevamenti per un valore di oltre 1 milione di euro.

Sono in corso anche perquisizioni in 18 allevamenti delle province di Crotone, Cosenza e Reggio Calabria i cui titolari sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria.

Le indagini, avviate nell’anno 2019 in seguito ad una segnalazione interna al Servizio Veterinario, e svolte dal Nas di Cosenza sotto la costante direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone, hanno riguardato l’intera filiera delle carni (bovine, suine ed ovi-caprine) ed hanno interessato, oltre ai soggetti destinatari dell’odierna misura cautelare, anche 14 allevatori di bestiame, nei cui allevamenti i Carabinieri stanno oggi dando esecuzione ad un decreto di perquisizione, anche mediante ricognizione aerea degli stessi effettuata dagli apparecchi SAPR, con “droni” in dotazione al Comando Carabinieri per la Tutela della Salute.

Dalle indagini sarebbe emerso che i veterinari indagati avrebbero attestato profilassi anti-tubercolosi mai avvenute, alterato prelievi di sangue su suini per permettere la macellazione. Inoltre avrebbero fatto da intermediari nel traffico illecito di marche auricolari, spesso appartenute ad animali deceduti per malattia e successivamente apposte ad altri capi abusivi al fine di sanarne l’illecita posizione, o ancora l'inserimento e la revoca di false denunce di smarrimento di animali. Più in generale sarebbe stato documentato un utilizzo distorto dell’Anagrafe Zootecnica informatizzata, in cui venivano registrati dati completamente avulsi dalla realtà ed inseriti al solo fine di regolarizzare i traffici commessi dagli allevatori indagati.

Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di accesso abusivo a sistema informatico, falsità ideologica commessa da pubblici ufficiali in atti pubblici, ricettazione, abuso d’ufficio, omissione di atti d’ufficio, contraffazione di sostanze alimentari, commercio di sostanze alimentari nocive e diffusione di malattie infettive animali.

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