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Sanità a pezzi nel Cosentino, chiudono i pronto soccorso di Corigliano e S. Giovanni in Fiore

Un disastro. La sanità pubblica versa in condizioni indefinibili nell'Alta Calabria. A Corigliano Rossano da venerdì prossimo chiude il pronto soccorso dell’ospedale Guido Compagna: la ragione? Mancano medici per garantire una turnazione che permetta il mantenimento del servizio di prima emergenza.

Sofferente è anche il pronto soccorso del "Giannettasio" cioè l'altro nosocomio esistente nella seconda più grande città della regione. A scriverlo, in una lettera inviata al commissario dell’Asp di Cosenza Cinzia Bettelini e al direttore sanitario Pierluigi Carino, è il primario del pronto soccorso dello spoke di Corigliano Rossano, il dottore Natale Straface.

La situazione va avanti così da più di due anni e, nonostante l'emergenza Covid e le tante parole ascoltate in queste settimane, nulla è stato fatto per ribaltare il quadro. Incredibile, poi, quanto sta accadendo a San Giovanni in Fiore, dove l'ospedale è punto di riferimento per l'intera area silana. Anche in questo caso il Pronto soccorso è costretto a chiudere per mancanza di personale.

Nello specifico, come comunicato alla direzione dell'Asp di Cosenza, da ieri sera il servizio non è più attivo per mancanza di un anestesista. Nella comunicazione firmata da Antonio Nicoletti nella veste di refererente della direzione sanitaria  si legge che le «eventuali urgenze dovranno essere differite in altra sede».

"Urgenze" da "differire" il medico usa un ossimoro per descrivere un quadro vergognoso. Pensate, infatti, solo al tempo, in caso di malore o grave necessità, che s'impiega dalla Sila per raggiungere i nosocomi più vicini di Cosenza e Crotone. Come dire: un paziente che necessita di un intervento di emergenza potrebbe essere condannato a morte certa.

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