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Locri, processo Cumps: chiesti 351 anni di carcere per i “compari” della ’ndrangheta

Il tribunale di Reggio Calabria

Condanne a 351 anni e 6 mesi di reclusione per 26 imputati, due prescrizioni e un non doversi procedere per decesso dell’imputato. Sono questi i numeri delle richieste formulate dal sostituto procuratore Diego Capece Minutolo, della Dda reggina, a conclusione della requisitoria del filone in ordinario del maxi processo “Banco Nuovo - Cumps” nel quale ai 29 imputati sono contestati reati che vanno, a vario titolo e con modalità differenti, dall’associazione per delinquere di tipo mafioso alla tentata estorsione, ai reati in materia di armi e detenzione di sostanze stupefacenti. Il pm ha chiesto la confisca di quanto è stato sequestrato e la trasmissione degli atti alla Procura per tre testimoni per l’ipotesi di reato di falsa testimonianza.

Il pm ha discusso per due udienze di fila davanti al Tribunale penale di Locri (presidente Accurso, giudici Natale e Foti), delineando gli esiti del dibattimento scaturito dalla doppia indagine eseguita dai Carabinieri del Gruppo di Locri, che hanno scoperchiato l’infiltrazione di alcune consorterie della ‘ndrangheta nel settore degli appalti pubblici e il potere di condizionamento mafioso degli organi istituzionali pubblici. L’altra inchiesta è stata portata avanti dagli agenti della Polizia dei Commissariati di Condofuri e Bovalino, che hanno sviscerato il profilo relativo a reati in materia di armi e di stupefacenti.

L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Reggio

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