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Il Coronavirus corre nel Cosentino, 91 nuovi casi e 5 ricoveri

Le terre del virus non sono diverse dalle altre. Sono piccoli paradisi sulla terra sconvolti dal passaggio dell'epidemia. Li chiamano “paesi focolaio” perché sono stati chiusi dal virus. Dentro le mura di quei due borghi del Cosentino (Casali del Manco e Celico), in mezzo a quelle case, la vita continua a restare appesa a sottilissimi fili. I casi di contagio continuano a moltiplicarsi crescendo secondo una sequenza esponenziale. Da quei comuni non si entra e non si esce. Sono i dolorosi contenuti della modalità “zona rossa” applicata per rendere efficace il controllo dell'epidemia dopo i picchi improvvisi di casi positivi registrati nelle aree finite sotto sorveglianza.

Ma il contagio non cresce solo negli epicentri infettivi. Tutto il Cosentino arde più che altrove. Ieri sono stati censiti altri 91 contagi con 5 nuovi ricoveri. Certo, ci sono state anche quattro dimissioni tutti i pazienti hanno lasciato il reparto di Malattie infettive ancora con tampone positivo. E' la regola del triage inverso che si applica nelle catastrofi quando non ci sono più posti letto nei reparti dedicati. Ieri, il contributo più importante è arrivato da Spezzano Sila con 27 nuovi casi. Il contagio non risparmia neanche i sanitari. Un medico del reparto di Oncologia dell'“Annunziata” ha incontrato il virus nel suo paese dove vive e lì, adesso, si trova in quarantena. A Cetraro, la situazione è a rischio perché si teme un focolaio nel “118”. Già contagiati due autisti e un infermiere, forse anche un medico.

L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Cosenza

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