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'Ndrangheta e appalti, le mani dei cutresi tra Emilia e Lombardia

Gli 'ndranghetisti di Cutro dettavano legge anche a nord del Po e non solo sulla riva emiliana del “Grande fiume”. A stabilirlo è la seconda sezione penale della Corte di Cassazione che ha messo il sigillo definitivo al processo scaturito dall'operazione “Pesci” coordinata dalla Procura antimafia di Brescia, una delle tre inchieste gemelle delle indagini “Aemilia” e “Kyterion”.

La Suprema Corte ha quindi rigettato il ricorso presentato dal boss di Cutro Nicolino Grande Aracri, detto “mano di gomma”: per lui resta confermata la pena a 20 anni e 8 mesi. Allo stesso modo, sono state ribadite altre quattro condanne: 17 anni e 8 mesi per Antonio Rocca, 4 anni, 4 mesi e 20 giorni per sua moglie, Anna Bignardi; Giuseppe Loprete, dovrà scontare 16 anni e 6 mesi; e infine, un anno e 20 giorni per Salvatore Rocca.

L'edizione integrale dell'articolo è disponibile sull'edizione cartacea della Gazzetta del Sud - edizione Calabria. 

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