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Accolto solo un motivo di ricorso, Facciolla rimane a Potenza

Eugenio Facciolla

Un capo d’incolpazione da ridiscutere. Le sezioni unite civili della Corte di Cassazione hanno parzialmente accolto il ricorso presentato dall’ex procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla, avverso il provvedimento con cui la Sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura aveva disposto il trasferimento del togato come giudice civile presso il Tribunale di Potenza.

I giudici di legittimità, guidati dal presidente Francesco Tirelli, ritenendo tutti gli altri motivi illustrati dal magistrato «infondati» hanno invece disposto un nuovo esame a Palazzo dei Marescialli della singola vicenda riguardante la consegna di documenti giudiziari da parte dell’ex procuratore a un poliziotto, Vito Tignanelli, perché venissero «scannerizzati». La dazione dei documenti riguardanti questioni strettamente personali risalenti a dieci anni prima  e riferibili a delle questioni professionali e ad uno scontro avuto con un collega di lavoro all’epoca in servizio a Paola, non integrerebbe ad alcun titolo – secondo la Cassazione – condotte meritevoli di sanzionamento disciplinare.

Dunque, solo in relazione a questo capo d’incolpazione la Suprema Corte ha ritenuto che la vicenda debba essere riesaminata dalla Commissione disciplinare di Palazzo dei Marescialli «in diversa composizione». Tutti gli altri motivi del ricorso sono stati invece «respinti» come si legge nella sentenza emessa il 22 settembre scorso ma di cui si è avuta notizia solo ieri per il tramite dell’avvocato Iavano Iai che assiste l’ex procuratore Facciolla. Gli altri motivi riguardavano i rapporti avuti dal magistrato con il maresciallo dei carabinieri forestali, Carmine Greco, raggiunto successivamente da misura cautelare nell’ambito della maxinchiesta “Stige” condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro contro presunti esponenti di cosche di ‘ndrangheta operanti nell’area centrosettentrionale ionica della Calabria.

La cessazione del provvedimento di trasferimento per mancanza della pronuncia da parte delle Sezione Unite sulla vicenda nei tempi previsti. La natura dei rapporti conflittuali  avuti con la Procura distrettuale di Catanzaro e la mancata acquisizione del carteggio intercorso tra l’ex procuratore generale, Otello Lupacchini (poi trasferito a Torino) e il procuratore di Catanzaro , Nicola Gratteri e quella afferente le comunicazioni formali avute dalla procura di Castrovillari retta da Facciolla e quella Generale, guidata da Lupacchini. Infine, tra i motivi di ricorso rigettati, vi è quello relativo alla «nullità dell’ordinanza per difetto assoluto di motivazione» anche in relazione all’assegnazione del togato Eugenio Facciolla al settore civile.

Nella sentenza la Cassazione scrive: «Va dunque ribadito che la potestà della Sezione disciplinare del Csm di disporre il trasferimento del magistrato ad altra sede o ad altro ufficio, deve essere intesa nel senso della possibilità di prevedere entrambe le misure, senza escluderne il cumulo. Ciò perché la ratio della norma non è quella di sanzionare ulteriormente il magistrato, ma di impedire che il contesto ambientale in cui egli opera, rispetto al quale sono rilevanti sia la sede sia le funzioni svolte, determini ulteriori violazioni disciplinari lesive del buon andamento della giustizia, tutelando, pertanto, un interesse pubblico riconducibile all’articolo 97 della Costituzione».

Di fatto, il provvedimento cautelare del trasferimento ad altra sede e ad altre funzioni resta in piedi, tranne che in relazione al solo capo d’incolpazione che dovrà essere ridiscusso. Nel frattempo, il Consiglio Superiore della Magistratura ha messo a concorso il posto di procuratore capo di Castrovillari. Posto per il quale concorrono numerosi magistrati.

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