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Crotone, due detenuti tentano di evadere dal carcere: fermati

Questa mattina, due detenuti stranieri, ristretti nella casa circondariale di Crotone ed in attesa di giudizio, hanno tentato di evadere dall’istituto di pena allontanandosi dal cortile destinato alla permanenza all’aperto.

Il personale della Polizia Penitenziaria, in servizio in portineria ed ai colloqui, è prontamente intervenuto ed è riuscito a riprendere i detenuti nei pressi della portineria, dove potevano anche essere scambiati per familiari dei detenuti che qualche minuto prima erano transitati nello stesso luogo. Dopo gli adempimenti di rito i detenuti sono stati riportarti nei reparti detentivi e sono in corso indagini da parte del personale della polizia penitenziaria.

«Quanto avvenuto a Crotone - affermano Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe e Damiano Bellucci, segretario nazionale - mette in evidenza ancora una volta quanto già da noi denunciato: la mancanza di sicurezza nelle carceri, dovuta all’assenza o al cattivo funzionamento di adeguati siatemi di controllo a distanza, nonchè la carenza di personale di polizia penitenziaria. Sarebbe opportuno creare all’interno del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria un ufficio che si occupi del coordinamento della sicurezza nelle carceri, come sarebbe altrettanto necessario investire risorse per interventi strutturali, provvedendo, altresì, ad incrementare l’organico di almeno 4000 agenti a livello nazionale. Su questo il governo dovrebbe dare delle risposte. Le assunzioni fatte finora sono servite solo a sostituire il personale che è andato in pensione. I governi precedenti hanno tagliato l’organico di circa 4000 agenti a livello nazionale A fronte di una carenza di personale di polizia penitenziaria si registra una consistente presenza di detenuti, infatti, lo scorso 31 luglio, erano presenti alla casa circondariale di Crotone 132 detenuti di cui 54 stranieri, mentre la capienza della struttura è di 97 posti. Ai colleghi intervenuti vanno i nostri complimenti e chiediamo all’amministrazione di avviare le procedure per il riconoscimento delle ricompense previste dall’ordinamento».

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