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Blitz contro la 'ndrangheta vibonese, l'intercettazione scottante che mescola "legge e malandrini"

Emergono intercettazioni scottanti nell'ambito dell'inchiesta "Imponimento" condotta fra l'Italia e la Svizzera che ha portato a 75 arresti di importanti esponenti della criminalità organizzata di Vibo Valentia e al sequestro di beni per 169 milioni di euro. A inguaiare l'appuntato della Guardia di finanza è un dialogo tra due 40enni arrestati. Uno è Pasquale Rondinelli ed è di Filadelfia, feudo vibonese della cosca Anello; l'altro è di Lamezia e si chiama Francesco Iannazzo.

Tra loro parlano anche di un altro Iannazzo, Pierdomenico, figlio di “Ciccio Cafarone” e descritto come «rampollo dell'omonima consorteria di ‘ndrangheta». L'appuntato è accusato dalla Dda di Catanzaro di aver violato «i doveri inerenti alle sue funzioni» perché, secondo gli inquirenti guidati dal procuratore Nicola Gratteri, avrebbe acquisito e rivelato notizie che dovevano rimanere segrete agevolando la cosca Iannazzo. Le informazioni riservate Dieni le avrebbe passate proprio a Francesco Iannazzo, a cui avrebbe detto che erano in corso indagini su di lui e su Pierdomenico.

L'edizione integrale dell'articolo è disponibile sull'edizione cartacea della Gazzetta del Sud - edizione Calabria. 

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