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'Ndrangheta, il governo scioglie i consigli comunali di Cutro e Sant'Eufemia d'Aspromonte

Luciana Lamorgese

Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell'interno Luciana Lamorgese, in esito ad approfonditi accertamenti dai quali sono emerse forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata che espongono le amministrazioni a pressanti condizionamenti e ne compromettono il buon andamento, ha deliberato lo scioglimento dei Consigli comunali di Cutro (Crotone) e di Sant'Eufemia d'Aspromonte (Reggio Calabria), a norma dell'articolo 143 del Testo unico degli enti locali (decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267), affidandone contestualmente la gestione a una commissione straordinaria. Lo si legge nel comunicato finale del Consiglio dei Ministri.

Il 25 febbraio scorso il Comune di San'Eufemia fu investito da un vero e proprio terremoto giudiziario, con l'operazione Eyphemos che portò a 65 arresti fra cui il sindaco Domenico Creazzo, finito ai domiciliari per scambio elettorale politico-mafioso.

Con il ruolo di capo, promotore ed organizzatore dell’associazione mafiosa fu arrestato anche il vice sindaco, Cosimo Idà, indicato come artefice di diverse affiliazioni che avevano determinato un forte attrito con le altri componenti del locale di ‘ndrangheta eufemiese e l’alterazione degli equilibri nei rapporti di forza tra le varie fazioni interne allo stesso.

Lo scioglimento del Comune di Cutro è di certo riconducibile alle risultanze dell'inchiesta Thomas del 15 gennaio scorso e coordinata dalla Dda di Catanzaro. L'operazione, venuta alla luce il 15 gennaio scorso e condotta dalla Guardia di Finanza, avrebbe fatto emergere dei presunti condizionamenti della criminalità organizzata sulle attività amministrative dell'ente.

Nelle carte del blitz c’è un capitolo intitolato “L’inquinamento mafioso del Comune di Cutro”. Sotto la lente dei magistrati della Procura antimafia sono finiti i lavori e le opere pubbliche affidati dall’ente fino al 2015, quando l’ex sindaco Salvatore Migale fu costretto a cedere il passo al commissario prefettizio Maria Carolina Ippolito. «Da quando emerge dai numerosi atti di indagine – è scritto nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip distrettuale Giulio De Gregorio – quantomeno fino a quella data (2015) vi è stato un forte condizionamento mafioso dell’azione amministrativa dell’ente».

Lo scorso febbraio, poi, si è insediata in Municipio la commissione d'accesso per «verificare» eventuali «situazioni o tentativi di infiltrazione e condizionamento da parte della criminalità organizzata». Accertamenti che hanno dato esito positivo alla luce della decisione presa dal governo. Il 12 giugno s'è dimesso da sindaco Salvatore Divuono. Il 3 luglio il prefetto Tiziana Tombesi ha infine nominato commissario del Comune, Domenico Mannino. Il quale potrebbe guidare l'ente per i prossimi diciotto mesi di commissariamento.

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